Bridgerton: una seconda stagione da urlo

“Stimati membri dell’Alta Società. A quanto pare Bridgerton colpisce ancora e lo fa in grande stile con una seconda stagione che supera la prima”. Chissà se Lady Whistledown avrebbe più o meno scritto così nel suo opuscolo scandalistico per presentare una serie tv che affascina milioni di telespettatori nel mondo.

Recensione della seconda stagione di Bridgerton

Di Bridgerton 2 non si possono non apprezzare i colori confetto e le atmosfere romance eppure accanto alla tradizione di un genere che continua a far proseliti c’è una contemporaneità che spiazza e fa pensare coinvolgendo anche le menti più razionali. Innanzitutto la serie tv di Netflix si fonda sui valori (inclusività razziale e di genere) che la società occidentale sta promuovendo; per qualcuno con troppa enfasi, per qualche altro con poca convinzione, solo per facciata. In realtà Bridgerton unisce modernità e tradizione in un mix perfetto.

Bridgerton seconda stagione recensione

Le donne qui per quanto cerchino disperatamente marito non sono schiacciate, anzi! Infatti, come dimostra Portia (Polly Walker) alla fine della seconda stagione, sono proprio le donne a tessere le fila delle dinamiche dell’alta società. I personaggi femminili sono molto evoluti e, grazie ai loro vissuti, riescono a trovare la propria dimensione. Chi nell’amore, chi in talenti nascosti, come Penelope/ Lady Whistledown (Nicola Coughlan); chi nell’attivismo per ambire a qualcosa di diverso dal matrimonio, come Eloise (Claudia Jessie).

Qui la recensione della prima stagione

La storia e i personaggi si evolvono

I personaggi della seconda stagione (anche maschili) sono più forti, più energici, più consapevoli e anche più flessibili di fronte agli scandali perché riescono ad andare oltre i convenevoli e i protocolli di una società che schiaccia l’individuo in nome di regole patriarcali che sono rigide e immemori.

E veniamo alla storia della seconda stagione. I protagonisti sono il visconte Anthony Bridgerton (Jonathan Bailey) e Kate Sharma (Simone Ashley), una ragazza indiana che ha perso i genitori e che è stata cresciuta dalla matrigna. Kate ha preso le redini della sua famiglia dedicandosi con abnegazione alla sorellastra Edwina Sharma (Charithra Chandran) che viene nominata dalla regina il diamante della stagione.

Tra Kate ed Anthony nasce subito una potente attrazione ma sia il visconte che la maggiore delle sorelle Sharma rinnegano ciò che provano per un senso di dovere verso la famiglia. Kate dopotutto ha più di vent’anni e ormai è destinata ad essere una zitella. La ragazza tuttavia ha uno spirito indipendente che affascina Anthony: bella da togliere il fiato pratica sport maschili e va a cavallo da sola.

Con il trascorrere delle settimane in una Londra senza tempo le sorelle Sharma si evolvono. Mentre Edwina acquisisce sempre più consapevolezza, diventando donna proprio grazie alle delusioni, Kate è chiamata a guardarsi dentro per risvegliare passioni sopite mediante l’amore. Ed Anthony? Il visconte dovrà invece confrontarsi con i fantasmi del passato per diventare uomo entrando in sintonia con le proprie emozioni.

Qui i romanzi di Julia Quinn da cui è tratta la serie tv

Insomma la seconda stagione di Bridgerton ammalia e convince. Gli otto episodi sono intensi e ricchi di pathos in uno scontro/confronto tra ragione e sentimento. Basata sul secondo romanzo di Julia Quinn, la serie è creata da Chris Van Dusen ed è prodotta da Shonda Rhimes. La recensione della seconda stagione di Bridgerton è stata scritta da Maria Ianniciello

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