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Nella serie tv For Life le ingiustizie giudiziarie razziali dell’America bianca

For Life: la recensione della serie tv

“Ora non passare la vita a preoccuparti se a qualcuno piaci oppure no, faresti meglio ad assicurarti che ti trattino come meriti!”, dice un arrabbiato Troy Maxson (Denzel Washington) al figlio in quello che si rivela essere il monologo più incisivo del film Barriere. Il trauma della discriminazione razziale riaffiora così nei ricordi e quindi nei discorsi di questo padre vecchio stampo.

Le ingiustizie razziali dell’America bianca

Nel Cinema americano c’è un filone affine a quello della discriminazione che è ridondante in questi ultimi anni: si tratta delle ingiustizie giudiziarie che i neri d’America subiscono molto di più dei bianchi solo per il fatto di avere un altro colore della pelle. Questo tema sta interessando anche il linguaggio seriale con prodotti dal forte impatto emotivo che mettono in campo personaggi forti e carismatici, i quali si battono per i loro diritti. Aaron Wallace della serie For Life è uno di questi.

For Life recensione

Nicholas Pinnock è Aaron Wallace

Interpretato da Nicholas Pinnock, il protagonista di For Life è stato condannato all’ergastolo perché accusato ingiustamente di aver consentito lo spaccio di droga nel suo locale.

Wallace gestisce un locale notturno, ha una figlia ed è sposato con Marie (Joy Bryant) quando i poliziotti entrano nella sua discoteca e lo arrestano. Nel corso di otto lunghi anni, trascorsi in un ambiente ostile con un direttore dai modi dittatoriali, l’uomo riesce a laurearsi in giurisprudenza e a ottenere la licenza di avvocato, grazie alla quale rende giustizia a molti detenuti innocenti mettendosi contro il procuratore e tutto il sistema che lo ha accusato ingiustamente. Nel frattempo arriva nel carcere la direttrice progressista Safiya Masry (Indira Varma). L’obiettivo di Wallace è far riaprire il suo caso, anche grazie al sostegno di Masry.

Pregi e difetti

For Life è una serie televisiva coinvolgente che strizza l’occhio a film quali per esempio Il diritto di opporsi portando sul campo d’azione un uomo relativamente solo che è in balia delle enormi ingiustizie che vengono portate avanti da un sistema corrotto in cui politica e giustizia sono intersecate ed ugualmente coinvolte. Wallace acuisce quindi l’ingegno e, spogliandosi dei suoi panni di detenuto, in tribunale si veste degli abiti di un tenace legale.

Creata da Hank Steinberg la serie è liberamente ispirata alla storia vera di Isaac Wright Jr ed è su Netflix. Cosa aggiungere? Forse un po’ più di pathos in alcuni momenti non sarebbe guastato e soprattutto il tema delle disuguaglianze razziali avrebbe meritato maggiore approfondimento. Speriamo che la seconda stagione colmi questa lacuna. La recensione di For Life è stata scritta da Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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