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Unbelievable: recensione e trama della serie tv

Unbelievable. La miniserie di Netflix gioca proprio col significato della parola incredibile che con la sua doppia accezione indica qualcosa di grandioso e straordinario ma anche un episodio difficile a credersi. Scopriamo qual è questo fatto nella recensione che segue.

Unbelievable: recensione

Marie Adler (Kaitlyn Dever) fa parte di quella cerchia di persone, non proprio ristretta, che ha fatto a cazzotti con la vita a causa di soprusi e di infami incontri. Data in adozione all’età di tre anni, questa giovane donna, dopo essere passata da una famiglia affidataria ad un’altra, sta tentando di costruirsi un futuro quando un uomo abusa di lei nel suo appartamento, nascondendo qualsiasi traccia.

Il malfattore è stato talmente abile nel depistare gli inquirenti che a un certo punto proprio chi doveva darle giustizia comincia a dubitare di lei, infondendole dubbi ed incertezze mediante inusuali interrogatori. Siamo in California. Nel frattempo in Colorado l’agente Karen Duvall (Merritt Wever) indaga su un altro stupro. Lo stupratore pure qui non ha lasciato traccia del suo DNA.

La detective scopre che quel caso non è isolato e che in un altro distretto un’altra detective, Grace Rasmussen (Tony Colette), sta indagando su una violenza simile. Le due donne uniscono così le forze e con un team di professionisti cominciano ad allargare le indagini.

Unbelievable recensione

Nella serie la violenza sulle donne

La serie si muove su due campi paralleli, in tempi simili, senza disorientare lo spettatore che scopre come sono andati i fatti proprio quando le detective sciolgono il bandolo della matassa.

Unbelievable, per com’è stata realizzata, rende passivo lo spettatore il quale non anticipa gli eventi, come potrebbe accadere in altre serie tv e film, con deduzioni e ragionamenti perché lo stupratore è invisibile agli occhi anche di chi guarda. Ma non si resta inerti emotivamente impassibili perché certe ingiustizie creano rabbia ed un senso di impotenza.

Al centro della trama c’è un tema molto attuale: stando ai dati infatti una donna su tre nel mondo ha subito una forma di violenza almeno una volta nella sua vita.

Unbelievable affronta questa tematica in modo molto intelligente dimostrando quanto sia indispensabile la presenza delle donne tra le forze dell’ordine e in generale nella vita pubblica.

Partendo da una vicenda realmente accaduta, la regista Susannah Grant indugia inoltre sulla necessità di un’alleanza tra le donne per sconfiggere i pregiudizi sullo stupro che ancora aleggiano nella società e soprattutto tra le mura dei commissariati. La serie televisiva – che è stata scritta da Susannah Grant, Michael Chabon e Ayelet Waldman – ha ricevuto 4 candidature ai Golden Globes 2020. Voto: [usr 4] Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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