Scene da un matrimonio: dalla serie tv di Bergman all’opera di Hagai Levi. Recensione

Hagai Levi non è Ingmar Bergman eppure in ‘Scene da un matrimonio’ (il nuovo remake della fortunata serie tv del cineasta svedese, poi diventata un film) il regista israeliano ci costringe a riflettere proprio come fece Bergman sull’Istituzione del Matrimonio, oggi sempre più liquida e rarefatta, e soprattutto sui rapporti di coppia, in questo caso eterosessuali.

Anche secondo Levi, il Matrimonio uccide l’intesa sessuale della coppia ma, mentre nella serie di Bergman erano le convenzioni sociali e in modo particolare le ingerenze delle reciproche famiglie a castrare la sessualità, soprattutto di Marianne, nel remake sono per lo più la noia e le ambizioni di Mira, oltre ai tabù religiosi di Jonathan (Oscar Isaac), a reprimere l’eros.

Scene da un matrimonio recensione
La serie tv del 2021

Scene da un matrimonio: recensione

I ruoli nella serie di Hagai Levi si invertono. Marianne (Liv Ullmann), che diventa Mira (Jessica Chanstain), è colei che inizia a dar movimento al processo di separazione e dunque di metempsicosi, perché lascia il marito e la figlia Eva per Poli. Nella serie del 1973, al contrario, era Johan (Erland Josephson) a lasciare la moglie, che apparentemente, nonostante avesse un’indipendenza economica, era comunque la parte debole e più dipendente nel rapporto.

Una serie femminista…

Bergman girò un prodotto palesemente femminista e contribuì così ad aprire un’importante riflessione sulla Donna – che non riusciva a vedersi oltre i ruoli di madre e moglie, a discapito della sfera sessuale – e su quanto i singoli, a prescindere dal genere, fossero incastrati nel Matrimonio, tanto da esserne soffocati. L’approccio psicologico ed introspettivo di Bergman disarma.

Tanto per cominciare le scene furono girate sia in esterne che in spazi interni che appiano più luminosi degli ambienti cupi del nuovo remake, forse perché il periodo era meno crepuscolare di quello attuale, forse perché l’individuo era socialmente attivo, siccome non era schiacciato dalle nuove tecnologie che lo confinano in casa, tra computer ed incombenze domestiche, forse perché il Matrimonio era una questione pubblica o più semplicemente perché all’epoca dal punto di visto fotografico e visivo si usava così!

Ad ogni modo nella serie di Bergman i coniugi escono di casa con più facilità, anche Marianne – che lavora come avvocata – parla (in presenza, non in streaming) con una signora borghese che vuole divorziare e che le fa da specchio inconsapevolmente. Nel remake, poi, il ruolo del padre è completamente cambiato ed è lei che in un primo momento sembra (ma non lo è) essere anaffettiva verso la figlia. Il padre nella serie di Bergman al contrario non nutre alcun interesse verso le sue figlie, tanto che Marianne più volte glielo lo fa notare. I ruoli sono dunque mutati, perché i costumi sono cambiati e la donna si è emancipata. Ma siamo sicuri che sia realmente così ovunque e per tutte?

Scene da un matrimonio recensione
La serie/film di Bergman

Pensieri e sensazioni suscitate guardando la serie tv originale e il remake

Guardando entrambe le opere, sia l’originale che il remake, ho cercato di osservare le mie sensazioni e i miei pensieri. Questo metodo mi ha permesso di accorgermi di una cosa: uso ancora la lente del patriarcato per valutare le scelte femminili. Perciò, vi consiglio di guardare entrambe le opere e poi di porvi delle domande precise sul vostro modo non solo di intendere il Matrimonio ma anche i ruoli all’interno della coppia etero.

A mio avviso certi comportamenti della donna fanno ancora scalpore. Infatti, credo, siamo più disposti ad accettare che sia un padre in crisi a lasciare momentaneamente i figli che una madre in crisi. O mi sbaglio? E spesso la responsabilità cade sempre sulla donna perché pensiamo erroneamente che abbia fatto qualcosa per allontanare il marito. Magari è stata troppo aggressiva, petulante, invadente. Magari rifiuta il sesso.

La verità, a mio modesto parere, è che dobbiamo sforzarci tutti e tutte di guardare le persone oltre il genere, perché le pulsioni e i bisogni non hanno sesso. Gli esseri umani sono tutti uguali, pur nelle reciproche diversità. Giustificare o condannare una persona per scelte private  – che poco influiscono sul collettivo e quindi non mettono a rischio in alcun modo gli estranei  – non è mai corretto. L’assenza di giudizio è l’opzione più saggia! E Scene da un matrimonio ce lo dice a chiare lettere, sia nella versione originale che nel nuovo remake.

Trama in breve

La serie tv racconta di un matrimonio in crisi e di come i partners affrontano i conflitti e il divorzio.

La recensione di Scene da un matrimonio è stata scritta da Maria Ianniciello, segui l’autrice su Instagram

Commenti

commenti

Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

Lascia un commento