‘E’ stata la mano di Dio’ è nella cinquina degli Oscar 2022 per il miglior film straniero. Ecco perché

Il film di Paolo Sorrentino, E’ stata la mano di Dio che potete vedere su Netflix, è nella cinquina degli Oscar 2022 come miglior film straniero. Concorre con Flee, Drive my car, La persona peggiore al mondo e Lunana: A yak in the classroom. Il film ha avuto diversi riconoscimenti, concorre anche per i BAFTA 2022 come miglior film non in lingua inglese.

E’ stata la mano di Dio: recensione del film di Paolo Sorrentino

Ci sono i registi. Ci sono i bravi registi. E poi ci sono i grandi registi. Paolo Sorrentino è un grande regista e lo ha dimostrato soprattutto con E’ stata la mano di Dio, il film che è al cinema dal 24 novembre e che sarà visibile poi su Netflix dal 15 dicembre 2021.

Non so se avete amato o odiato La grande bellezza. Ma, a prescindere dalla vostra opinione a riguardo, scordatevi il manierismo e i virtuosismi di quel film e seguitemi nel ragionamento.

Partiamo da una domanda: che cos’è la regia? Per rispondere cito un documentario che trovate su Rai Play e che si intitola The Story of Film: An Odyssey (2011). Nel primo episodio c’è un passaggio molto significativo proprio sulla regia, con immagini tratte dal film di Steven Spielberg, Salvate il soldato Ryan (1998). Le sequenze, che ci vengono mostrate nel documentario, furono girate su una tranquilla spiaggia dell’Irlanda. Il cineasta americano nelle acque irlandesi creò l’inferno dello sbarco degli alleati in Normandia e così disse una bugia per raccontare la verità. La regia, però, non è solo questo, è molto di più!

è stata la mano di Dio recensione

Il regista è un creatore di mondi che dirige, proprio come un capitano di una nave, la sua ciurma. Sorrentino con ‘E’ stata la mano di Dio’ non si è limitato tuttavia a dirigere il cast e la produzione, mediante una bugia non ha espresso solo una sua verità. Ha fatto di più. In questo film c’ha messo finalmente l’anima e il cuore raccontando la sua storia personale, fatta prima di spensieratezza, poi di dolore e infine di iniziazione alla Settima Arte, attraverso immagini molto eloquenti e una serie di personaggi macchiettistici ai limiti dell’incredibile (per dovere cito tra gli altri Patrizia – Luisa Ranieri).

Con una carrellata spettacolare, che apre il lungometraggio, il cineasta napoletano non compie solo un esercizio di stile, ci dice invece ben altro definendo da subito il contesto o meglio il campo d’azione. Siamo a Napoli. E il mare è il grande protagonista perché scandisce i ritmi di questa città che vive in promiscuità con i suoi spettri, le sue credenze popolari (la figura del munaciello è molto significativa), le sue paure e le sue manie.

Il personaggio principale si chiama Fabietto Schisa (Filippo Scotti) ed è un adolescente con le cuffie di un vecchio walkman che gli cadono sul collo. Ultimo figlio di Saverio (un sublime Toni Servillo) e Maria Schisa (Teresa Saponangelo), che si rivelano essere due figure mastodontiche, il ragazzo vive in uno stato di momentanea beatitudine, in quel territorio che è a metà strada tra l’infanzia e l’età adulta.

Siamo nella Napoli degli anni Ottanta, poco prima dell’arrivo di Maradona. Sorrentino ci trascina in un contesto molto corale in cui non c’era spazio per la solitudine. Ma, dopo la morte improvvisa dei genitori di Fabietto, il film assume caratteristiche completamente diverse. La spensieratezza si trasforma in un dolore sordo e cupo che smuove l’animo di chi guarda.

Fabietto è solo e perde interesse anche per il calcio. E, mentre tutto cambia, nel protagonista nasce la passione per il cinema. Sorrentino narra una storia molto semplice eppure riesce a dare emozioni anche grazie alla cura quasi maniacale dei dettagli che ci mostrano i mille volti di una Napoli immobile nel suo fascino estremo, selvaggio e senza tempo. Questa è la regia! (La recensione di E’ stata la mano di Dio è stata scritta da Maria Ianniciello)

Pagina creata il 25 novembre 2021. Ultimo aggiornamento 9 febbraio 2022.

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