
Ghiaccio, recensione del film di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis
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Ghiaccio è un film di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis. La pellicola è uscita al cinema il 7 febbraio 2022. Si può vedere su Prime Video, in abbonamento, e a noleggio su YouTube, Google Play Film, Apple Tv, Tim Vision.
Recensione di Ghiaccio
Per me, che sono nata negli anni Ottanta, i film sulla boxe hanno un significato speciale, perché mi riportano alla mente ricordi d’infanzia. E non mi riferisco sola alla serie cinematografica su Rocky Balboa. Per me, che sono cresciuta a pane e commedia all’italiana, in realtà la boxe non ha solo il nome di Sylvester Stallone.
Quando penso ai film su questo sport, infatti, mi viene in mente anche Bud Spencer, il quale in Bomber (1982) di Michele Lupo diede le sembianze a Bud Graziano, un ex pugile che, dopo una cocente sconfitta, abbandona i guantoni per dedicarsi ad altro.
Ma, quando Bud vede combattere Giorgio, detto Giorgione (Mike Miller), il Bomber che è in lui si risveglia. Giorgione è un ragazzo che sbarca il lunario con piccoli crimini e scazzottate svelte. Bomber diventa così l’allenatore di questo ragazzo che deve scontrarsi nientemeno con chi aveva sconfitto disonestamente il suo allenatore.

Certo, i tempi oggi sono cambiati, il cinema non è quello degli anni Ottanta, gli attori italiani non vengono più doppiati e quel mix di ingenuità e tenerezza è scomparso. Eppure, nonostante le evidenti differenze, Ghiaccio di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis, Bomber me lo ha ricordato molto. Ok, qui non c’è Jerry Calà a smorzare i toni drammatici.
Ghiaccio, difatti, è un film dai toni cupi che strizza l’occhio a Suburra e che si rifà alla cinematografica sulla criminalità. Eppure il desiderio di rivalsa e il bisogno di credere in qualcosa di più grande sono vivi oggi come negli anni Ottanta. C’è, difatti, un’urgenza di spiritualità in Ghiaccio che è data dalle immagini della Madonna e di Cristo che domina la Chiesa in cui Massimo (Vinicio Marchioni) va a pregare per affidarsi e nutrire la propria fiducia.
Nel film di Fabrizio Moro e Alessio De Leonardis è il contesto, con le riprese dall’alto, le panoramiche e le carrellate, a condizionare l’operato dei personaggi principali che, nonostante vivano nei sobborghi di periferia, sono pur sempre dotati di libero arbitrio.
La Roma da cartolina è un’immagine distante che fa da sfondo due o tre volte nel film. Mentre il mare è un luogo ambito e non una presenza costante come in Bomber, segno che il contesto romano è troppo chiuso e limitante.
In Ghiaccio siamo nella Roma del 1999. I protagonisti sono Giorgio (Giacomo Ferrara) che sogna di diventare un pugile grazie all’aiuto di Massimo, a sua volta un ex pugile e allenatore che ha due figlie e lavora per un’azienda ortofrutticola. Giorgio due anni prima ha perso il padre che è stato ucciso dalla criminalità locale perché non aveva pagato i debiti.
Attraverso anche tutta una serie di personaggi secondari, molto incisivi e determinanti, la macchina da presa ci regala uno spaccato lucido e destabilizzante della vita di borgata, tra sogni infranti, padri ‘conigli’ e camere ammuffite. Qui le persone sono ricattate e ricattabili, tirano a campare e vivono di espedienti. Eppure ciascuno può scegliere come affrontare gli ostacoli e come superarli, può decidere se scendere a compromessi o meno, se infrangere le regole non scritte della criminalità tentando un percorso diverso oppure adattarsi per sopravvivere.
Certo, il prezzo da pagare è considerevole ma la libertà non ha prezzo. Massimo ottiene quindi un passo per volta la fiducia di Giorgio compiendo un profondo gesto d’amore e di fiducia. Così, insieme, il giovane e il mentore affronteranno la sfida più grande.
Ghiaccio non è impeccabile dal punto di vista stilistico eppure la profondità della storia – conferita dagli attori, dal montaggio, dalle musiche e dalla regia (il dettaglio della droga che finisce nel water è molto significativo) – rendono questo film coinvolgente e ricco di sfumature. La voce di Fabrizio Moro, che sui titoli di coda canta ‘Sei tu’, allarga infine la visuale sul film. La recensione di Ghiaccio è stata scritta da Maria Ianniciello
Questo articolo è stato pubblicato il 10 febbraio 2022 e aggiornato il 27 giugno 2022 alle 17.42.
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Maria Ianniciello
Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele