Non solo CinemaRecensioni film

Gli occhi di Tammy Faye, una storia americana dai risvolti universali

Gli occhi di Tammy Faye: recensione e trama

Guardando il film Gli occhi di Tammy Faye al cinema, mi sono chiesta come possa una storia così intimamente americana far presa su un pubblico italiano. Dopotutto viviamo in una nazione molto monogama dal punto di vista religioso, le nostre chiese anche dopo il processo di secolarizzazione sono ancora templi sacri dove non sono previsti atteggiamenti plateali ed esagerazioni; la parola soldi poi deve essere pronunciata negli ambienti cattolici sottovoce in modo contrito senza lasciare spazio a malintesi perché certo ci si può anche arricchire sulle spalle altrui ma bisogna farlo con la massima discrezione.

Gli occhi di Tammy Faye è un film che entra di soppiatto nelle stanze della Chiesa Evangelica Americana per raccontare una storia dai risvolti universali che parla di avidità, di giochi di potere, di alleanza tra religione evangelica e politica statunitense, di omofobia, di bisogni inespressi e di necessità di essere visti.

Gli occhi di Tammy Faye recensione

Cosa ci dicono gli occhi di Tammy (nella pellicola è interpretata da Jessica Chastain che per questo film ha ricevuto la nomination per l’Oscar 2022 alla migliore attrice protagonista, ndr) e chi era questa donna eccentrica?

Tammy Faye è stata una predicatrice televisiva americana. La macchina da presa di Michael Showalter prima ci mostra un pezzo d’infanzia della protagonista, come per risalire alle insicurezze della vita adulta, e poi ci fa vedere i momenti in cui Tammy e il marito Jim Bakker (Andrew Garfield) si conobbero e convolarono a nozze. Descrive, inoltre, in maniera piuttosto sommaria per la verità, l’attimo in cui la coppia decise di mettersi in proprio fondando l’emittente televisiva religiosa PTL che prosperò grazie alle cospicue donazioni dei milioni di telespettatori tanto da diventare la terza rete del Paese. Ma il film indugia soprattutto sugli scandali, sui debiti e sulle accuse di frode che si conclusero con l’arresto di Jim Bakker nel 1989. La macchina da presa si infila inoltre nell’intimità della coppia che era da molti anni in crisi probabilmente per l’omosessualità di Jim.

Gli occhi di Tammy Faye recensione

Tammy era talentuosa e anche molto sensibile. Attenta alle esigenze degli omosessuali e nello specifico della comunità LGBT, questa donna dovette scontrarsi non solo con i paradigmi di genere ma anche con i dogmi religiosi che vedevano nell’omosessualità un male da sradicare. Tammy parlava al contrario di un Dio misericordioso, di accettazione, di rispetto per il prossimo, di pace, di compassione.

Ma i bisogni di questa persona così energica, non trovando sfogo nella vita reale, si manifestavano in eccessi e spese folli con le quali Tammy tentava di compensare la mancanza di affetto. Con toni molto colorati ed eccentrici, il film racconta tra le righe anche del fondamentalista cristiano Jerry Falwell che col suo movimento riuscì a convogliare molti voti verso il Partito Repubblicano.

Gli occhi di Tammy Faye è dunque un lungometraggio adatto a qualsiasi tipo di pubblico adulto, perché il film ripercorre l’ascesa e la caduta di due persone molto comuni che furono accecate dal desiderio di rivalsa e infine furono messe a tappeto da un sistema estremamente conformista. La pellicola narra molto bene cosa accade all’anima quando la spiritualità si trasforma nell’ennesimo business. La recensione de Gli occhi di Tammy Faye è stata scritta da Maria Ianniciello

La pellicola ha ricevuto due nominations agli Oscar 2022, per la migliore attrice protagonista e per il miglior trucco e la migliore acconciatura. Ultimo aggiornamento 9 febbraio 2022

Commenti

commenti

Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

Lascia un commento