Nel film ‘Sotto il burqa’ l’Afghanistan dei Talebani e il coraggio di una bambina

Sotto il burqua (I racconti di Parvana): recensione del film d’animazione.

Con la presa di Kabul da parte dei Talebani il 15 agosto scorso lo sguardo dei media internazionali è ancora una volta puntato sull’Afghanistan. Una parte consistente dell’opinione pubblica si chiede in particolare quali siano le reali intenzioni dei Talebani. Ci si preoccupa in primis dei bambini, delle donne e degli afghani che hanno cooperato con l’Occidente e si cerca per loro una sistemazione sicura affinché non debbano subire ritorsioni e violenze.

I Talebani sono dei terroristi e dei fondamentalisti islamici che rivendicano l’applicazione della Sharia sul territorio afghano dove intendono creare un nuovo stato teocratico. La loro natura violenta ed efferata è scritta nella Storia contemporanea e in particolare nel 1996, quando presero il potere per la prima volta applicando una versione molto estrema della Sharia. Gli effetti furono visibili in primis sulle donne e non risparmiarono nemmeno gli uomini che videro ingabbiata in una serie di regole severe e proibizioni la loro creatività. I libri, l’arte, la musica e i film furono banditi. Inoltre, fu impedito alle bambine di istruirsi. Come si evince nel film d’animazione I racconti di Parvana (2017).

Sotto il burqa

Nota anche con il titolo ‘Sotto il burqa’ e diretta da Nora Twomey, la pellicola narra la storia di Parvana e della sua famiglia. Siamo in Afghanistan, in una Kabul prigioniera dei Talebani. La protagonista, che ha 11 anni, va tutti i giorni al mercato con il padre Nurullaha che vende antichi oggetti e scrive lettere.

L’uomo – che è saggio ed integro nello spirito – non solo trasgredisce la regola di non insegnare a sua figlia a leggere ma fa molto di più. Attraverso una serie di storie leggendarie e archetipiche, che rievocano Le mille e una Notte, Nurullaha rende sua figlia libera e coraggiosa. Quando l’uomo viene incarcerato, perché conserva in casa dei libri messi all’indice, Parvana, vestendosi da maschio, si prende cura della sorella maggiore, del fratellino e della madre che sono relegati in casa con la coercizione e tramite la violenza.

Con la semplicità e la forza dirompente del linguaggio del Cinema d’animazione, ‘Sotto il burqa’ descrive una vicenda quanto mai attuale e, seguendo il percorso dell’eroina, ci dice tra le righe che nulla è perduto e che, anche nei contesti più ostici, si può essere davvero liberi di pensare e quindi di esistere tramite la cultura ma anche attraverso persone amiche che ci tendono la mano all’occorrenza.

Il lungometraggio, che trovate su Netflix, ha ricevuto una nomination agli Oscar 2018 come miglior film d’animazione e si ispira al primo libro della trilogia di Parvana di Deborah Ellis. Tra i produttori del cartone animato figura anche la casa di produzione di Angelina Jolie. L’attrice è nota infatti per le molteplici campagne umanitarie nei luoghi devastati dalla guerra, soprattutto a favore di donne e bambini. ‘Sotto il burqa’ è un film avvincente che vi consiglio caldamente di vedere.

Recensione scritta da Maria Ianniciello, segui l’autrice su Instagram

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