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Old, tutti i motivi per guardare il film al cinema. Recensione

Il regista M. Night Shyamalan sceglie il tempo come filo conduttore del suo nuovo film che non a caso si intitola Old. Tempo che scorre troppo in fretta. Tempo che acuisce o sana le ferite. Dopotutto l’essere umano è da sempre in balia dell’orologio che sembra muoversi troppo in fretta oppure troppo lentamente a seconda della percezione che si ha.

 Shyamalan è in realtà il maestro delle cose nascoste, dei finali spiazzanti, della distorsione del reale per raccontare il surreale. Il regista pone poi quasi sempre il brivido al centro delle sue narrazioni e questa volta non fa da meno.

Old: recensione del film

 Old è un film bizzarro, con una vicenda grottesca. La pellicola impaurisce e coinvolge fino all’eccesso lasciando gli spettatori pieni di domande e perplessità sul confine tra libertà individuali e bisogni collettivi, sui diritti umani e sull’etica. Ed è perciò molto attuale!

Old recensione

Shyamalan, che compare nel film verso il finale, quasi a sorpresa, un po’ come faceva Alfred Hitchcock o come fa talvolta Woody Allen, è il burattinaio magico, colui che muove i suoi personaggi come se fossero delle marionette, delle controfigure, delle caricature dell’esistenza.

I personaggi (tranne che i bambini) sono quasi tutti sull’orlo del baratro. La loro storia è già segnata o forse no? Il regista sceglie di ambientare gran parte del film su una spiaggia paradisiaca, circondata dai coralli in mare e dalle rocce che, imponenti, fanno da sfondo. Così, mentre la costa redarguisce impedendo il libero movimento, le acque delimitano gli spazi e aggrediscono i personaggi.

Si tratta di un film esperienziale, perché, pur non richiedendo la stessa abilità cognitiva de Il sesto senso (il lungometraggio più famoso del cineasta), obbliga lo spettatore ad una partecipazione un po’ più attiva ma pur sempre subordinata al volere del regista. Con la differenza che questa volta ignari sono i personaggi principali e ignaro è il pubblico. Il film è l’adattamento cinematografico della graphic novel, Castello di sabbia. Da non perdere!

Trama della pellicola

Al centro della storia c’è una coppia di coniugi (Guy e Prisca, interpretati da Gael García Bernal e da Vicky Krieps) che decide di trascorrere le vacanze in un villaggio turistico di un’esotica località di mare con i figli Trent e Maddox. Dopo poche ore dall’arrivo, su suggerimento del direttore del resort, la famiglia decide di recarsi su una delle spiagge più belle del posto, con altre persone.  

Ma, una volta giunti sul posto, i villeggianti scoprono il cadavere di una donna e man mano tutto diventa più misterioso, mentre i secondi si trasformano in giorni segnando in un battito di ciglia i corpi, la psicologia e quindi le vite dei personaggi.

La Recensione di ‘Old’ è scritta da Maria Ianniciello, segui l’autrice su Instagram

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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