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La guerra di domani: recensione del film

La guerra di domani, il film fantascientifico che puoi vedere su Amazon Prime Video, mira a creare nello spettatore una sensazione di inquietudine e di spaesamento per ciò che potrebbe accadere, da un momento all’altro.

Nella pellicola non si accenna allo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia, né si parla di un futuro che a detta degli scienziati, tra pandemie e surriscaldamento globale, appare nebuloso.

Però i riferimenti ai cataclismi, anche se tra le righe, ci sono tutti. L’umanità non lotta contro un microbo sconosciuto, come in Contagion (2011), e neanche contro la Natura che si ribella all’Uomo, mostrandosi cattiva e molesta, come in 2012, il lungometraggio apocalittico uscito al cinema nel 2009 quando si parlava dell’antica profezia Maya. No, qui non siamo in un’epoca post apocalittica, non c’è un padre che si mette in cammino per proteggere il figlio in un paesaggio desolato e desolante, né c’è un uomo solo che si aggira in una metropoli fantasma con un pastore tedesco, come in Io sono leggenda (2007).

La guerra di domani recensione

Qui c’è ancora una volta un padre, come ne La guerra dei Mondi (2005), che però – a differenza del personaggio di Tom Cruise – non si è ancora separato dalla moglie, con cui sembra andare molto d’accordo. E c’è una figlia.

Siamo nel 2022 e si sta disputando la finale dei Mondiali di calcio, quando dal futuro, precisamente dal 2051, arriva una delegazione che chiede aiuto all’umanità a causa di una sanguinosa guerra che si sta combattendo contro una popolazione aliena decisa a colonizzare il nostro pianeta mangiando tutti gli esseri umani. Gli USA decidono di accogliere la richiesta, insieme ad altre Nazioni, affinché le generazioni prossime possano continuare a vivere sulla Terra.

Il padre in questione è un biologo, si chiama Dan Forester ed ha il volto di Chris Pratt. Così, come da copione, il protagonista deve rimboccarsi le maniche e viene spedito nel futuro per salvare l’umanità.

Come in Word War Z (2013), il personaggio principale de La guerra di domani deve fare i conti con una presenza mostruosa ma in questo novo film i mostri non sono degli esseri umani resi zombie da un virus bensì sono una vera presenza aliena.

La pellicola – che somiglia molto ad un videogioco, soprattutto nelle sequenze girate nel futuro – sfrutta l’espediente del passaggio spazio/temporale per affrontare una tematica importante ed attuale aprendo un interrogativo: Possiamo ancora scegliere il futuro? Per il regista Chris McKay e lo sceneggiatore Zach Dean non ci sono dubbi: sono le nostre azioni collettive a determinare ciò che siamo e saremo nel bene e nel male.

 Dunque, La guerra di domani, nonostante la sensazione di scoramento (di cui ho scritto all’inizio), porta con sé un messaggio di speranza. Come del resto quasi tutti i film di questo genere cinematografico! Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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