Black Widow, recensione. Scarlett Johansson eroina del nuovo millennio

Ogni epoca ha i suoi eroi. Di eroine, per la verità, ce ne sono pochissime e Natasha Romanoff, che certo non era stata creata all’inizio per scopi benefici, oggi è una di queste. Come si sia evoluto questo personaggio ce lo rivela Black Widow, il nuovo e avvincente film della Marvel. Scopri di più nella recensione del film.

Black Widow: recensione del film

Da un punto psicoanalitico Natasha – che è interpretata in Black Widow ancora una volta da una straordinaria Scarlett Johansson – ha interiorizzato, finalmente, dentro di sé le immagini di un uomo col cuore e di una donna saggia portando a compimento quello che Maureen Murdock definisce il percorso dell’eroina, che si traduce in un viaggio introspettivo circolare, grazie al quale si ristabilisce nell’anima femminile una condizione di perfetto equilibrio e benessere.

Natasha – entrando negli Avengers e spogliandosi dei panni della femme fatale nata negli anni Trenta – che si presenta come una sorta di villain che intimorisce l’avversario per le sue azioni cruenti e per la sua sete di vendetta – combatte in questo film per una nuova giusta causa: liberare le vedove nere dai condizionamenti biochimici del patriarca Dreykov (Ray Winstone) che le manipola come delle marionette per ottenere potere e riconoscimento.

Alle vedove vengono sottratti gli organi riproduttivi, affinché possano svolgere il loro compito senza distrazione alcuna. Tutto il contrario di quello che accade ne Il racconto dell’Ancella di Margaret Atwood, dove in una società dispotica le ancelle sono solo degli uteri che non devono provare emozioni né attaccamento.

Black Widow recensione

Ma entrambe le opere mostrano i due volti del Patriarca, i quali, sebbene all’antitesi, hanno un obiettivo comune: mettere a tacere i desideri e le aspirazioni della Coscienza femminile

Dal punto di vista sociale e psicoanalitico il messaggio della pellicola è lapalissiano: l’eroina ha oggi il compito di ‘risvegliare’ dal lungo sonno le altre donne, con le quali è possibile fare ‘gioco’ di squadra per sconfiggere il nemico comune e riconnettersi con la loro essenza più profonda.

All’umanità non bastano più eroine solitarie ma servono donne che in coro possano riportare l’equilibrio in un pianeta che rischia di essere stravolto dalla crisi climatica e da vari cataclismi nell’epoca dell’Antropocene. Cate Shortland gira dunque un film classico per lo stile ma molto innovativo per il contenuto.

Trama del film

Black Widow parte dagli inizi ma non dalle origini. Siamo nel 1995. Natasha è una ragazzina coraggiosa che vive nell’Ohio sotto copertura con la sua finta famiglia (padre, madre e la sorellina Yelena interpretata da Florence Pugh). Dopo che i ‘genitori’ hanno realizzato la loro missione, riportando a Cuba un misterioso floppy disk, la protagonista viene spedita nella Stanza Rossa dove è addestrata dai sovietici a diventare una Vedova Nera.

Passano gli anni e Natasha, che adesso è ricercata dal segretario di Stato Ross, viene contattata dalla sorella Yelena che la informa che Dreykov è vivo (lei pensava di averlo ucciso) e che la Stanza Rossa esiste ancora. Natasha è decisa questa volta ad ucciderlo per davvero e a liberare così le Vedove Nere, con l’aiuto della sorella. Maria Ianniciello

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