Il viaggio dell’eroina di Maureen Murdock. Recensione

La recensione del libro ‘Il viaggio dell’eroina’ di Maureen Murdock

Abramo, Mosè, Ulisse, Enea e molti personaggi biblici e della Letteratura mondiale sono stati il simbolo di un viaggio metaforico che dalla periferia conduce verso il Sé, mediante una serie di ostacoli, volti al superamento di paure interne ed ataviche. Ne ha scritto abbondantemente Joseph Campbell, uno dei più importanti storici delle religioni, nei suoi numerosi saggi e soprattutto nel libro L’eroe dai mille volti (lo trovi qui).

L’esistenza di un percorso femminile è stata invece teorizzata dalla psicoterapeuta junghiana e docente di scrittura Maureen Murdock nel libro ‘Il viaggio dell’eroina’ (Dino Audino. Lo trovi qui). Gli uomini e le donne, in quanto individui e soggetti pensanti, sono chiamati a compiere, secondo Carl Gustav Jung, un processo psichico detto di individuazione dall’Io al Sé mediante l’integrazione e l’unificazione dei lati che compongono la personalità all’interno del nostro nucleo originario, tra luci e ombre.

Secondo Jung, i miti, le fiabe e le favole descrivono, in modo simbolico e metaforico, il viaggio dell’eroe e dell’eroina mediante un linguaggio archetipico che fa presa sull’inconscio individuale e collettivo. 

Il viaggio dell'eroina di Maureen Murdock

Maureen Murdock, partendo dalle ricerche dello psichiatra svizzero, parla per le donne di un viaggio circolare e non necessariamente cronologico che si realizza in dieci tappe. La ferita primordiale che, secondo la psicoanalista, interesserebbe anche gli uomini, è la separazione dal femminile che risalirebbe a molti millenni addietro, quando da una società matrilineare si è passati ad una società patriarcale. I culti femminili e la cooperazione tra i generi sarebbero stati soppiantati da un potere fortemente gerarchico, fondato sul possesso e sul culto di divinità maschili autoritarie.

Questa teoria è stata sviluppata dall’archeologa Maria Gimbutas ed è stata ripresa anche da Campbell che in una serie di saggi – raccolti anche nel libro Dee. I misteri del divino femminile (Tlon) – ci racconta come avvenne questo passaggio.

La separazione dal femminile, secondo Maureen Murdock, è una ferita che può essere rimarginata solo se una donna fa i conti con le convinzioni e i limiti imposti dal patriarcato. Interiorizzando un maschile autoritario e un femminile passivo, le bambine sono state educate ad un ruolo ancellare e quindi subordinato che le rende schiave di convinzioni limitanti sul proprio corpo, sulla propria sessualità e sul proprio modo di essere nel mondo. Nel libro ‘Il viaggio dell’eroinaMurdock sostiene che la svolta avviene per la donna, quando si riconnette col femminile, guarendo le ferite della separazione madre/figlia e del maschile. Il processo di individuazione è portato così a compimento quando si realizza l’integrazione del maschile col femminile, cioè quando la donna interiorizza le immagini di un uomo col cuore e di una donna saggia.

“Tutti noi abbiamo interrotto la relazione con la nostra parte femminile creativa: la nostra mente razionale, infatti la svaluta e la ignora costantemente perché ci rifiutiamo di ascoltare il nostro intuito, i nostri sentimenti, la conoscenza profonda del mondo che istintivamente ha il nostro corpo. Ci siamo mossi sempre più nella realtà del logos rispetto a quella dell’eros”, si legge ne ‘Il viaggio dell’eroina’. La donna, per realizzarsi completamente, ha bisogno di una relazione con un maschile positivo, “un uomo con il cuore”, appunto. A scanso di equivoci, secondo l’autrice, questo non significa che una donna debba sposarsi, né che debba lavorare a maglia o allevare bambini o cucinare piatti succulenti o pulire come una forsennata o che debba lavorare fino allo sfinimento fuori casa. Tutt’altro. Il viaggio dell’eroina mira a unire emozioni, istinti e ragione per creare quel sentimento necessario a far evolvere gli individui in uno spazio collettivo.

Il libro di Maureen Murdock è agevole e di facile lettura, nonostante la complessità del tema trattato. Il piccolo volume non fornisce risposte semplici né ci dice come intraprendere il percorso. Ed è questo insieme il suo principale limite e il suo valore aggiunto. Di Maria Ianniciello (seguila su Instagram)

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