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La ragazza con l’orecchino di perla, la recensione del film

Una scena del film
Una scena del film

Silenzi e tanti sguardi. Parole non dette. Frasi spesso sussurrate tra le mura di un palazzo olandese, dove risiede non un pittore qualsiasi bensì Johannes Vermeer, uno dei massimi esponenti dell’arte fiamminga. Spalle contratte e rossori sulle guance. Sensi acuiti da un’insospettabile passione per l’Arte. L’amore tra l’artista e la domestica è solo accennato, sottaciuto come le parole inespresse. Siamo nell’Olanda del 1665. La giovane Griet nella sua umile dimora affetta le verdure per suo padre con estrema precisione. I suoi modi sono gentili, è timida e sensibile. Sa che deve obbedire al volere della famiglia che, a causa delle ristrettezze economiche, la manda a servizio da Vermeer, sposato, con una numerosa prole, e una suocera matriarca. Griet, tra una faccenda domestica e un’altra, svolta per lo più nello studio del padrone, si accosta al mondo della pittura con la delicatezza e la curiosità di un bambino. Non sa leggere ma i suoi occhi sono intelligenti. Lo spettatore intuisce che sta accadendo qualcosa alla ragazza e lo comprende appieno quando la giovane si reca dalla patrona per chiederle se deve pulire i vetri dello studio, perché teme che questo procedimento possa alterare la luce, tanto importante per il pittore olandese. Tra Vermeer e la giovane domestica nasce un profondo legame. Griet aiuta il padrone e posa per lui, diventando il soggetto de La ragazza con l’orecchino di perla. Il dipinto, proprio per l’identità misteriosa della protagonista, è famoso quasi quanto La Gioconda di Leonardo. Il quadro fa ingelosire la moglie dell’artista che caccia Griet di casa. Il film “La ragazza con l’orecchino di perla” – diretto da Peter Webber, con Scarlett Johansson nella parte della protagonista e Colin Firth nei panni del pittore – non annoia mai, nemmeno per un istante, perché lo spettatore, che tuttavia non si appassiona, è in perenne attesa del momento creativo, dal quale prende forma il ritratto. La pellicola, che è andata in onda su Sky Arte HD di recente, è uscita nel 2003 e si ispira al bestseller “La ragazza con l’orecchino di perla” (Neri Pozza) di Tracy Chevalier.

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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