Educazione per un mondo nuovo, il libro di Maria Montessori

Per rendere il mondo un posto migliore, bisogna partire dai bambini. Ma, per partire dai più piccoli, bisogna conoscerli. Il libro Educazione per un mondo nuovo (Garzanti) di Maria Montessori ce ne dà la possibilità. Pubblicato nel 1946 a cura della Società Teosofica, il libro è il risultato di una serie di conferenze che la pedagogista e neuropsichiatra tenne in India nel 1943, dopo aver osservato sia i bambini dei villaggi indiani nei pressi di Mandras e Kadaikanal, sia i figli degli ufficiali inglesi.

Confrontandosi con culture differenti, dopo essersi allontana dall’Italia con il figlio a causa del Fascismo, Montessori affinò il suo metodo mettendo sempre al centro il bambino. Nel libro la psichiatra elenca, tra le righe, anche i limiti del sistema scolastico tradizionale che purtroppo non sono stati ancora superati e, con approccio scientifico, esamina la mente del bambino dimostrando lungimiranza e un’alta capacità di osservazione.

Montessori nel capitolo terzo di Educazione per un mondo nuovo si sofferma soprattutto sulla mente assorbente che caratterizza il periodo che va dalla nascita ai 6 anni di età e che a sua volta è suddiviso in due fasi: inconscia (da 0 a 3 anni) e conscia (da 3 a 6 anni).

La dottoressa scrive poi dei 6 anni – che è un’età cruciale, segnata da grandi cambiamenti fisiologici – e accenna ad altri due periodi, che sono determinanti per la vita umana: da 6 a 12 anni (fase di crescita ma non di grandi mutamenti; in questi anni i bambini tendono ad essere più docili) e da 12 a 18 anni, quando gli adolescenti attraversano un momento di grandi trasformazioni psichiche, con instabilità nel carattere e tendenza all’indisciplina e alla ribellione.

La scuola, precisa Montessori, non asseconda queste fasi, anzi le blocca. «Lo studente deve stare seduto ad ascoltare e, quando esce dall’Università o dalla scuola, tutti questi anni di studio non hanno sviluppato in lui una volontà autonoma e una capacità di giudizio», si legge nel libro.

Lo sviluppo della volontà non avviene prima dei setti anni di età, perché negli anni precedenti i bambini seguono «un istinto di coesione sociale». L’obbedienza si sviluppa seguendo tre tappe precise, ovvero la capacità fisiologica di eseguire un compito (il bambino piccolo può obbedire un giorno e rifiutarsi il giorno dopo, non per cattiva volontà ma per mancanza di sviluppo completo di questo stadio), la capacità di obbedire sempre autonomamente e infine la forma più alta di obbedienza, cioè quando il bambino si mostra felice di obbedire.

«Se il bambino esegue i comandi del maestro (o del genitore, nda) solo perché ne ha paura o perché si sfrutta il suo affetto non svilupperà una volontà propria e l’obbedienza ottenuta con la repressione della volontà è di fatto oppressione. Tale è spesso l’obbedienza nelle scuole», si legge nel libro. Per Montessori «la forma più raffinata di disciplina è quando si ottiene l’obbedienza da volontà sviluppate» che creano una società organizzata e coesa. I fili della personalità del bambino vengono intessuti dall’ambiente ma, per arrivare alla forza di volontà dei setti anni d’età e quindi alla coesione data dal sentimento e dalla volontà, bisogna non intralciare il bambino nel suo naturale sviluppo, donandogli autonomia e libertà di azione.

Il bambino da 0 a 6 anni, si evince in Educazione per un mondo nuovo, è un’opera di creazione che segue il suo maestro interiore. L’ambiente e gli educatori devono accompagnare e non ostacolare il processo con giudizi e pregiudizi pedagogici. L’educazione è così dettata dalla natura stessa. La maestra (consiglio che può essere esteso anche ai genitori e a quanti si prendono cura del bambino) non deve interferire né giudicare con elogi o critiche. Non deve inoltre sostituirsi al bambino eliminando gli ostacoli che si presentano, perché per i piccoli non è eccitante il lavoro in sé bensì il superamento delle difficoltà.

educazione per un mondo nuovo

«Dobbiamo aiutare il bambino a fare da sé e a pensare da sé», scrive Maria Montessori in questo libro aggiungendo che non è la madre o chi si prende cura ad insegnare al bambino ma è quest’ultimo che, utilizzando tutti gli elementi che ha intorno a sé, plasma se stesso per il futuro.

Montessori dedica poi uno speciale capitolo al comportamentismo e nel libro fa degli esempi pratici, provenienti dalla vita reale, per esporre il suo metodo che trova conferma anche negli studi scientifici di ultima generazione. Tutto ciò dimostra quanto questa donna, nata nel 1870 e morta nel 1952, fosse visionaria.

Il Metodo Montessori è diffuso oggi in tutto il mondo. Basti pensare che anche il Wall Street Journal gli ha dedicato un articolo intitolato ironicamente Mafia Montessori. Secondo il noto giornale economico, sarebbe stato il metodo montessoriano ad aver stimolato la creatività di personaggi quali Jeff Bezos, Larry Page e Sergey Brin, Jimmy Wales e Will Wright. Ma sono tanti gli artisti e i letterati che hanno frequentato le scuole di Maria Montessori.

Eppure, nonostante ciò, i metodi della Montessori non trovano applicazione nella scuola pubblica italiana che è ancora dominata da regole stantie come i voti e le lezioni frontali che non si prefiggono in alcun modo di conoscere il segreto del bambino e di aiutarlo a tirar fuori l’opera d’arte che custodisce. Maria Ianniciello

Trovi educazione per un mondo nuovo qui

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