Virgin River 2 e quel finale al cardiopalma. Qui recensione

Faccio una piccola premessa. Mi scusino il lettore e la lettrice per lo spoiler ma non si può scrivere una recensione della seconda stagione di una serie tv come Virgin River senza entrare almeno un po’ nei dettagli della trama che si infittisce a poco a poco, andando avanti con gli episodi. Quindi, se non hai visto la prima stagione (trovi la recensione senza spoiler qui) non leggere questo articolo.

Virgin River 2: recensione e trama

Virgin River 2 parte in sordina per poi crescere gradualmente, a livello emotivo, verso il finale quando Melinda (Alexandra Breckenridge) svela a Jack (Martin Henderson) i suoi sentimenti ad un anno dalla morte del marito, dopo aver metabolizzato il lutto. Lo spettatore viene così trascinato verso il finale al cardiopalma che apre ad una terza stagione ancor ricca di pathos e di emozioni.

Ma procediamo per gradi. Mel sta affrontando a suo modo e secondo i suoi tempi il dolore dato dalla perdita. La donna, che è infermiera specializzata anche in ostetricia, assiste senza tregua e con una grande umanità la sua antagonista in amore Charmaine (Lauren Hammersley) che, dopo essersi lasciata con Jack, scopre di essere incinta nientemeno che di gemelli.

Jack decide di dare il suo prezioso contributo alla donna che però non ama perché il suo cuore batte solo per Mel che ancora non riesce a lasciare andare il suo passato per poter vivere con serenità una nuova e appassionante storia d’amore. Il bel barista di Virgin River la attrae eppure le paure hanno il sopravvento tanto da bloccarlo in uno stato di inerzia emotiva.

Mel anche nella seconda stagione si presenta come un’eroina dei nostri giorni che, realizzata nel lavoro, cerca la propria redenzione nell’amore autentico ma privo di complicazioni. Cosa impossibile da realizzarsi, perché il sentimento caro a Cupido è complicato a prescindere.

Insomma, anche Virgin River 2 appassiona e coinvolge soprattutto verso la fine quando la nostra eroina forse trova il coraggio per affrontare il dolore, riappacificarsi con se stessa e uscire dall’unilateralità in cui è precipitata prima a causa dell’infertilità e poi del lutto. Il tutto avviene per Melinda tra sensi di colpa per ciò che poteva fare per il marito e non ha fatto e il desiderio di ricominciare a sentir battere il proprio cuore. Maria Iannciello

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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