The Sinner 4: recensione della serie tv

La quarta stagione di The Sinner è forse la più riuscita per pathos, intensità e profondità della storia raccontata. Tra colpi di scena inimmaginabili e momenti di riflessione sul senso della vita, The Sinner 4 eccelle per la sceneggiatura non banale, non scontata, non allineata alle logiche del business che, pur di attirare l’attenzione, spettacolarizza i prodotti audiovisivi con un eccessivo movimento che conferisce all’azione solo un certo sensazionalismo.

I personaggi in questo thriller psicologico seriale di ultima generazione sono approfonditi e nulla viene banalizzato né lasciato al caso. E’ la logica l’asse portante di tutte le stagioni di The Sinner. Una razionalità dirompente che diventa determinante per le indagini del detective Harry Ambrose (Bill Pullman), il quale però si lascia guidare anche dall’istinto in un equilibrio perfetto tra ragione e sentimento.

La vocazione per l’indagine non abbandona il protagonista nemmeno in pensione. Nella quarta stagione Ambrose compie un viaggio con la sua compagna Sonya (Jessica Hecht) stabilendosi per un po’ nel Maine, sull’isola di Hannover. Il detective si muove flaccido tra il senso di colpa schiacciante per ciò che è accaduto a Burns (non voglio fare spoiler sulla terza stagione) e un’angoscia che lo tormenta sin dall’infanzia. Qui però non sono gli spettri del suo passato più remoto ad inseguirlo bensì i fantasmi più recenti che lo hanno messo faccia a faccia con il suo lato più oscuro.

The sinner 4 recensione

Un giorno mentre passeggia, con andatura stanca, incontra Percy Muldoon (Alice Kremelberg) e ne resta talmente affascinato che una notte la insegue fino all’orlo di un dirupo, dal quale la ragazza si getta proprio sotto i suoi occhi inermi e inerti. Il corpo della ragazza non si trova. Cosa le è accaduto? Ambrose ha avuto una visione? C’era qualcuno che inseguiva Percy oltre il detective?

Compaiono così tutta una serie di personaggi ambigui mentre le vicende si intrecciano tra loro in un circolo vizioso dal quale è difficile uscire sia per il protagonista – che viene visto con sospetto anche dalla polizia –, sia per gli ignari spettatori. Lo stanco detective man mano che prosegue con le indagini si accende di una nuova luce ‘specchiandosi‘ come sempre nella vittima o nel carnefice (come nel caso della terza stagione) per poter risolvere al contempo i suoi conflitti più reconditi.

The Sinner 4 è una serie tv molto avvincente e allo stesso tempo complessa dal punto di vista psicoanalitico. Suddivisa in otto episodi si apre a più spunti anche sulla possibilità di trovare la quiete nella natura e su alcuni argomenti caldi della grande attualità. Lo fa con una certa calma perché Ambrose non è un uomo giovane, quindi si prende il giusto tempo per seguire ogni pista. Insomma, si conclude nella maniera migliore una delle migliori serie tv che ho visto di recente. La produzione ha infatti annunciato che la quarta stagione sarebbe stata quella conclusiva. Ne sentirò la mancanza! La recensione di The Sinner 4 è di Maria Ianniciello

Trovi la quarta stagione qui

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