L’ultima ruota del carro: trailer, trama e recensione

locandina l'ulrima ruota del carroLa felicità è qui e ora. Lo sa bene Angela (Alessandra Mastronardi), una donna semplice, che sembra accontentarsi di poco: ha un marito, una casa, un figlio, ai quali ha donato tutta la sua vita. Eppure, basta un solo momento e alcune parole crudeli pronunciate dal marito Ernesto (Elio Germano) per far crollare le sue certezze di mamma e moglie, costruite in tanti anni di matrimonio. Le lacrime scorrono sul suo viso segnato dal tempo. Si sente ferita, umiliata. Angela è l’ombra, la spalla forte di Ernesto, che a sua volta è una persona semplice. L’uomo della porta accanto. Un onesto cittadino che si adatta a fare diversi lavori, senza mai lamentarsi ma sognando un futuro migliore, diverso. Poche pretese e tanta coerenza. Ernesto fa il tappezziere con il padre, il cuoco in un asilo, l’addetto ai traslochi, la comparsa. Ci sono tutti i buoni valori dell’italiano medio nel protagonista de “L’ultima ruota del carro” di Giovanni Veronesi. Durante i 113 minuti di film infatti l’esistenza di Ernesto continua, tra alti e bassi, tra momenti negativi e istanti di gioia, come il Mondiale vinto dalla Nazionale italiana nel 1982, i compleanni del figlio e i goal della “magica” Roma, la squadra del cuore, l’altro grande amore. Ernesto è un modello di cittadino che sembra scomparso perché offuscato da personalità più “chiassose” e sconclusionate, figlie di un sistema clientelare e corrotto. Come l’amico Giacinto (Ricky Memphis) che verso la fine si lascia quasi andare in un indicativo monologo su Berlusconi, il quale – dice Giacinto – piace agli italiani perché sorride, è positivo. E` il 2000. Il Cavaliere continua a fare promesse. Promette di migliorare l’Italia, rendendola più moderna e competitiva nel Mondo. Il film di Giovanni Veronesi ripercorre, anche se un po’ in sordina, con immagini messe qua e là, più di trent’anni di Storia italiana, che s’intreccia con le vicende personali del protagonista in una Roma nostalgica e sottotono. Un contesto storico che è solo uno sfondo sbiadito nella quotidianità degli italiani. Nella realtà, come al Cinema. Con “L’ultima ruota del carro” il regista toscano fa dunque un passo indietro, ritornando in grande stile alla commedia all’italiana, dopo anni di film melodici e romantici, e portando sul grande schermo le vicende personali del suo autista, interpretato da un impeccabile Elio Germano, il ragazzo prodigio che continua a stupire.

Maria Ianniciello

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