Cosa sarà: recensione del film con Kim Rossi Stuart

Cosa sarà non è solo il titolo di una canzone di Lucio Dalla ma è anche il nome del nuovo film di Kim Ross Stuart che, come al solito, riesce a conferire credibilità al suo personaggio, rendendolo autentico nelle sue paure ed insicurezze. Cosa sarà è un omaggio all’essere umano visto nella sua completezza, tra vulnerabilità e coraggio, audacia e paura, in questo viaggio, a volte imperfetto, che è la vita.

Cosa sarà: recensione e trama del film

Questo film alza i riflettori sulla sanità, con un medico autorevole ma non disumano e né freddo, un infermiere barese che si fa in quattro per i pazienti, che non sono dei numeri bensì delle persone con un bagaglio di emozioni che ha il diritto di essere visto e capito!

Dal punto di vista stilistico Francesco Bruni, pur indugiando sulla malattia, non ci sbatte in faccia il dolore del protagonista e dunque rende tutto più sopportabile grazie ai numerosi flashback realizzati con un montaggio che non confonde né distorce la percezione dello spazio-tempo.

Lo spettatore, infatti, riesce a seguire la vicenda senza distrarsi e forse in molte sequenze si sente davvero partecipe, nonostante la durezza del tema trattato.

Cosa sarà è un film che parla del perfetto equilibrio tra la vita e la morte, che è da sempre onnipresente al nostro fianco, ma anche di paternità, dell’importanza di avere vicino le persone care non solo quando si soffre, e del piacere che si prova quando la vita ritorna a sorridere dopo una lunga traversata.

Kim Rossi Stuard è un regista cinematografico…

Cosa sarà è il racconto del calvario di Bruno Salvati, un regista cinematografico che scopre di avere un tumore al sangue, per il quale serve necessariamente un trapianto del midollo. Il film, dunque, potrebbe essere visto anche su due piani paralleli: il protagonista, con la sua vicenda intima e personale, potrebbe simboleggiare anche il Cinema che sta attraversando il periodo più difficile della sua storia.

Cosa sarà è un film che vi consiglio di vedere per l’ottima performance di Kim Rossi Stuart e per la capacità di saper affrontare un tema molto delicato con eleganza. Maria Ianniciello

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