James Hillman, La forza del carattere: un meraviglioso libro sull’arte di invecchiare

La forza del carattere (Adelphi) di James Hillman è un saggio meraviglioso ed illuminante sulla vecchiaia.

Hillman, La forza del carattere: recensione

Il libro uscì per la prima volta nell’agosto del 1999, quando Hillman aveva 68 anni. In questo volume di 321 pagine, che oggi è giunto all’ottava edizione, il filosofo e psicologo junghiano riflette sul significato di una fase cruciale che qui è considerata in una maniera molto alternativa con rimandi alla psicologia archetipica e, dunque, alla mitologia classica.

Scrive Hillman: “La biologia non è il corpo, è soltanto un modo di descrivere il corpo. La vecchiaia è mediata dalle storie che si raccontano su di essa. La biologia racconta un tipo di storia, la psicologia un altro. O per meglio dire, la psicologia si sforza di comprendere le spiegazioni della biologia”, che si legge nel saggio “considera l’invecchiamento un processo che porta all’inutilità”.

James Hillman compie un’operazione molto particolare in questo volume perché nel corso dei capitoli fa una serie di dissertazioni sulla vecchiaia che viene vista come “una struttura che possiede una sua natura essenziale”. Nell’anziano si manifesta il carattere che non può essere scisso dal corpo e in particolare dalla faccia.

“Il carattere è andato plasmando la nostra faccia, le nostre abitudini, le nostre amicizie, le nostre peculiarità, il livello della nostra ambizione con il suo corpo e i suoi errori. Il carattere influisce sul nostro modo di dare e di ricevere, sui nostri amori e sui nostri figli”.

James Hillman

La vecchiaia non è un cancro da estirpare

La vecchiaia è considerata nella nostra società purtroppo come un cancro da estirpare in nome di un’eterna giovinezza che ci rende poco autentici. E allora, pur di non vederli questi ‘vecchi’, li isoliamo nelle case di riposo, perché così pensiamo di annullare l’idea della morte. Pensiamo poi che i vecchi non abbiano nulla da insegnarci. Hillman ci spiega che non è così, insistendo sul carattere per come lo intendevano gli antichi, alla maniera di Eraclito che vedeva nel carattere il destino e di conseguenza il carattere governava anche la fisiologia.

“Per quanto arretrata la loro tecnologia, i greci almeno riconoscevano la follia del desiderare l’immortalità e si fermavano a riflettere sulla complessità di questo desiderio”.

I vecchi come depositari di immagini

Secondo Hillman le idee che abbiamo sulla vecchiaia vanno sostituite per approcciarci ai vecchi con il coraggio dato dalla curiosità di cogliere la forza del loro carattere ovvero delle loro specifiche caratteristiche, perché i vecchi anche mediante il corpo e la faccia invecchiata sono depositari di un sapere che parla per immagini (anche mediante il decadimento fisico, a cui l’autore dedica più passaggi del libro) e che vuole solo essere tramandato di generazione in generazione.

“Ogni uomo in realtà è unico ed insostituibile; ognuno di noi – il nostro spirito, non la nostra vita – vale l’intero universo”. La forza del carattere è un libro magico che restituisce dignità alla vita e in modo particolare ad una fase dell’esistenza che ha un suo significato. Voler ringiovanire i vecchi è quindi contro natura.

Si legge verso la fine del saggio: “Noi restiamo come tracce, durevoli alla nostra inconsistenza come le linee appena percepibili di una serigrafia cinese, microscopici strati di pigmento e nerofumo che pure sanno rendere le plastiche profondità di una faccia”. Di Maria Ianniciello

Hillman La forza del carattere
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