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Ascolta i fiori dimenticati, la miniserie televisiva di Prime Video

Ascolta i fiori dimenticati: recensione

La miniserie televisiva australiana di Prime Video, Ascolta i fiori dimenticati (The Lost Flowers of Alice Hart), affronta un tema di grande attualità come la violenza sulle donne e sui bambini mettendo al centro l’elemento fuoco e i fiori; due creature della natura agli antipodi. Ed è proprio dalle fiamme che la piccola Alice Hart esce senza voce e con un dolore lancinante che solo il tempo riuscirà a sanare. Come Clara de La casa degli spiriti, proprio dopo una forma di violenza patriarcale, Alice perde la voce. Ma differenza del personaggio di Meryl Streep, nato dalla penna di Isabel Allende, la piccola Alice (Alyla Browne) non ha il potere di scegliere: lei perde davvero la parola. Ed è una bambina quando insieme alla madre incinta subisce la furia aggressiva del padre.

Quando a causa di un incendio muoiono entrambi i genitori, la piccola sarà data in custodia alla nonna paterna June (un’ottima Sigourney Weaver) che ha creato un vivaio, il quale è in realtà un rifugio per le donne che hanno subito violenza e che riescono a guarire prendendosi cura dei fiori. Ogni fiore racconta infatti una storia portando con sé un potente messaggio. Nel frattempo la bambina (Alycia Debnam-Carey interpreta Alice da adulta) cresce ma il destino ci metterà di nuovo lo zampino e presto la protagonista dovrà rivalutare il proprio passato, affrontando vecchie paure e insicurezze. Compie così un percorso di consapevolezza e fioritura personale che le riserverà non poche insidie e sorprese.

La serie è molto avvincente: ecco perché

I sette episodi della miniserie televisiva, Ascolta i fiori dimenticati, sono ricchi di tensione e pathos, in un crescendo di sensazioni. La serie è molto avvincente e, pur affrontando un tema che a tratti potrebbe risultare disturbante, si caratterizza per una profondità di pensiero e un’ampiezza di vedute date proprio dalle ampie panoramiche. La serie tv si basa sul romanzo di Holly Ringland. Il regista è Glendyn Ivin. La sceneggiatura è stata scritta da Sarah Lamber. Nel cast tra gli altri c’è anche Asher Keddie. La trovi su Prime Video, proprio qui. Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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