La fantastica signora Maisel: recensione della prima stagione

Diventare individui costa. Lo sa bene Miriam (Rachel Brosnahan), la protagonista de La straordinaria signora Maisel, l’elegante e divertente serie tv. Suddivisa in cinque stagioni (8/10 episodi ciascuna), la serie televisiva di Prime Video è stata un successo di critica e di pubblico. Ha ricevuto, infatti, diversi riconoscimenti, fra cui tre Golden Globe, diciassette Emmy Awards e cinque Critics’ Choice Awards.

La sceneggiatrice, regista e produttrice televisiva americana, Amy Sherman-Palladino, dopo aver creato i personaggi di una ‘Una mamma per amica’ e della sit-com ‘Pappa e ciccia’, è l’autrice di un nuovo personaggio femminile – Miriam Maisel appunto – molto moderno e ricco di sfumature che compie uno straordinario percorso di individuazione e conoscenza di Sé che la porta a rendersi indipendente, prima psicologicamente e poi finanziariamente, dal marito Joel (Michael Zegen), e dalla famiglia d’origine, in modo particolare dal padre Abraham e dalla madre Rose, con la quale Miriam si era molto identificata.

Come spesso accade nel viaggio dell’eroe, a far cambiare vita alla fantastica signora Maisel è un trauma. Miriam cambia vita nel momento in cui il marito Joel se ne va di casa perché si è innamorato della sua segretaria. Siamo negli anni Cinquanta del secolo scorso, e fa ridere quanto Miriam faccia per piacere al marito: si strucca dopo che lui si è addormentato e si ritrucca prima che lui si svegli; è impeccabile, attenta ad ogni esigenza dell’uomo che ha sposato. Joel si diletta a fare il comico e lei annota sul suo taccuino ogni dettaglio pur di aiutarlo a diventare un comico di successo. Ma il consorte, con il quale ha due figli, la lascia e lei è costretta a reinventarsi una nuova vita, scoprendo casualmente di avere ella stessa un talento represso per la comicità.

Incontra nel locale in cui il marito si esibiva Susie Myeron (Alex Borstein) che diventerà poi la sua manager e confidente. Miriam scopre non solo di avere uno spiccato lato comico ma anche di sapersela cavare in qualsiasi circostanza, senza perdere tuttavia la propria femminilità. E’ piacente, curata, veste in maniera impeccabile. Siamo a New York, è il 1958. Sono gli anni gli anni del proibizionismo ma è anche l’epoca che precede le lotte femministe. Miriam è una stand-up comedian, ovvero è un’artista comica che si rivolge al pubblico abbattendo la quarta parete. Ispirandosi alla sua quotidianità, la protagonista tratta argomenti sociali e politici di quel periodo insistendo sugli squilibri, a svantaggio delle donne, nei rapporti familiari e di coppia.

La prima stagione de La fantastica signora Maisel è accattivante e piacevole sia per la sceneggiatura, che è ben scritta, sia per i costumi, la fotografia e la scenografia. Insomma, questa serie tv promette molto bene. Da non perdere.  Maria Ianniciello

Commenti

commenti

Lascia un commento

Torna in alto