Un volto, due destini: recensione della serie tv di Sky

La nuova creatura di HBO ‘Un volto, due destini’, ha preso talmente tanto la mia attenzione che per tre settimane ho aspettato con ansia l’uscita degli episodi. La storia è molto coinvolgente, perché Mark Ruffalo riesce a calarsi nei panni di due persone differenti ma identiche, proprio come due gocce d’acqua. Dominick e Thomas sono infatti gemelli.

La serie tv ci fa conoscere mediante una serie di flashback il dramma intimo e personale di Thomas, che – superata l’adolescenza – sviluppa paranoia e schizofrenia. Ma è Dominick il pezzo forte della serie. Dominick con i suoi molti sensi di colpa per riuscire a proteggere il fratello gemello dai propri tormenti. Dominick che è stato padre e marito ma anche figlio e figliastro.

E poi andiamo indietro nel tempo, sempre più in là, grazie a un manoscritto del nonno paterno che la mamma ha lasciato a Dominick dopo la sua morte facendogli scoprire un pezzo importante delle sue origini siciliane.

un volto due destini

La serie televisiva propone così un dramma intimo e personale per dirci che le generazioni future possono sempre superare i traumi dei progenitori acquisendo consapevolezza e con coraggio. ‘Un volto, due destini’ pone al centro il vissuto di un uomo ordinario che diventa straordinario nelle sue piccole lotte quotidiane, fatte di promesse disattese e un senso di colpa, forse eccessivo.

C’è italianità in questa serie tv, che è stata diretta da Derek Cianfrance, è andata in onda su Sky Atantic ed è la trasposizione televisiva del romanzo di Wally Lamb. Un plauso a Ruffalo per la straordinaria interpretazione. Maria Ianniciello

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