Pellai e Tamborini: ecco come l’amore stabile ci nutre

C’è l’amore che castra, che limita, che blocca, c’è il troppo amore che non è amore, come sottolinea la psicoterapeuta Ameya Canovi nel suo libro sulla dipendenza affettiva. Ne sono consapevoli Barbara Tamborini ed Alberto Pellai quando scrivono che siamo sommersi da una narrazione tossica che vede nell’amore stabile un limite per le libertà personali ed individuali. Coppia nel lavoro e nella vita (hanno avuto quattro figli e sono sposati da 25 anni), i due psicoterapeuti hanno approfondito il tema del legame di coppia stabile in un nuovo libro che si intitola ‘Appartenersi’ (Mondadori. Lo trovi qui. Su Audible c’è l’audiolibro).

Appartenersi: recensione del libro di Alberto Pellai e Barbara Tamborini

Con un approccio scientifico, nella prima parte del libro gli autori spiegano quali sono i meccanismi cerebrali che si innescano quando si vive un legame stabile e duraturo. L’innamoramento dura poche settimane, forse qualche mese. Non certo anni. Il cervello secerne in questa fase alcuni ormoni, come la dopamina. Poi subentra una seconda tappa importante dell’amore che ci fa avvertire, tramite l’ossitocina, un senso di stabilità e di benessere.

Il possesso sarebbe una deviazione nociva dell’amore che scaturirebbe da tutto ciò che non è stato risolto a livello inconscio dagli individui che formano la coppia, i quali porterebbero nel rapporto gli schemi comportamentali acquisiti nelle famiglie di origine. Dalla stabilità dei singoli nasce la progettualità della coppia che si costruisce nel rispetto della libertà autentica dei partners.

Appartenersi libro pellai

Si confonde l’innamoramento con l’amore

L’idea, che ho maturato dopo aver letto ‘Appartenersi’, è che la nostra società, sempre più fluida ed individualistica, confonda l’innamoramento (ovvero le sensazioni che si provano quando conosciamo una persona che ci piace) con l’amore.

Alberto Pellai e Barbara Tamborini scrivono che l’amore stabile è un’occasione potente che la vita può donarci e che la sessualità è il collante, è il carburante che dà energia al legame e se il rapporto è ben nutrito questa dimensione può rimanere appagante a lungo, a volte per sempre. Il libro pone al centro non l’imposizione di un vincolo o un rito ma l’appropriazione di un progetto che aspira all’infinito. Inoltre, secondo gli autori, le relazioni allargate e il contesto che la coppia ha costruito attorno a sé sono preziose risorse per ripartire.

I bisogni di attaccamento e di autonomia

Nel libro si evince che i due bisogni fondamentali che si mettono in gioco nelle relazioni sono: il bisogno di attaccamento e quello di autonomia. La forza e la tenuta di un rapporto, dunque, nascono dall’equilibrio fra queste due dimensioni ed in tal senso la distanza fisica momentanea diventa una risorsa per ossigenare il cervello ed allargare lo zoom.

Secondo gli autori, per amare è indispensabile continuamente mettersi in gioco, essere pronti ad accogliere le critiche e sviluppare un profondo senso di autoconsapevolezza avendo il coraggio di guardarci attraverso gli occhi delle persone che più ci sono vicine ed essere consapevoli dei nostri funzionamenti e dei nostri punti di forza ma anche delle nostre debolezze.

“Accorgersi di essere visti e sentiti è l’esperienza più potente per ritornare calmi e sicuri. Percepire che qualcuno si muove a tempo con noi è un’esperienza molto curativa”.

La teoria dell’attaccamento

Molte sono le parole che risuonano in questo piccolo saggio divulgativo, tra queste ricordo e rievoco: cura, fiducia, creatività, piacere. “Amare è costruire la possibilità di fidarsi di un’altra persona che costruisce tutta se stessa per essere affidabile”, nella consapevolezza tuttavia che ciascuno possa commettere degli errori.

Alberto Pellai e Barbara Tamborini illustrano poi la teoria dell’attaccamento di John Bowlby, sulla quale si basa tutto il libro. Secondo Bowlby, i bambini hanno un’innata necessità di instaurare un legame di attaccamento con un caregiver, ovvero la figura che lo accudisce, in genere la madre. Con un attaccamento sicuro, il bambino, secondo questa teoria – che poggia su forti basi scientifiche – diventerà un adulto stabile ed equilibrato, non dipendente dagli altri.

Ma, precisano Tamborini e Pellai, anche se non si ha avuto un attaccamento sicuro nel corso dell’infanzia, da adulti si potrà rimediare. Aggiungo io: non basta volerlo, si deve desiderarlo! Insomma ‘Appartenersi’ è un saggio divulgativo molto utile per chi ha voglia di crescere nella coppia. Maria Ianniciello

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