Perfetti o felici di Stefania Andreoli. Recensione

Viviamo in una società fluida, dove le cose cambiano troppo in fretta e forse anche per questo diventare grandi è molto faticoso. Accettare l’imprevisto di non avere figlie e figli a propria immagine e somiglianza, guardando alle nuove generazioni con curiosità e senza giudizio, è ostico per gli adulti e in modo particolare per le generazioni Baby Boomers e X: ho pensato proprio questo mentre leggevo il nuovo libro della psicoterapeuta e psicologa Stefania Andreoli, Perfetti o felici. Diventare adulti in un’epoca di smarrimento (Rizzoli). Il testo mi ha fatto in realtà riflettere sui Millennials, ai quali appartengo per un soffio (sono nata nel 1981), e in particolare sui giovani adulti, cioè sui ragazzi e sulle ragazze tra i venti e i trent’anni di età.

Perfetti o felici di Stefania Andreoli, libro sul dialogo tra le generazioni

In ‘Perfetti o felici’ mi ci sono ritrovata non a metà, ma tutta, integra. La psicologa Stefania Andreoli, grazie alla sua esperienza in quella che lei chiama ‘la stanza delle parole’, ovvero il suo studio, e alle migliaia di email che riceve, c’ha visto proprio giusto. Lo scontro generazionale è dato, secondo Andreoli, dalla differenza di vedute. I giovani adulti chiedono ai genitori solo una cosa: essere visti, essere ascoltati, essere percepiti oltre le convezioni sociali, oltre gli stereotipi, oltre i modelli di perfezione, oltre le ambizioni delle madri e dei padri, che – favoriti da una società che li ha cresciuti opulenti – oggi deprivano le figlie e i figli di esperienze, anche lavorative, che sarebbero formative. L’obiettivo inconscio: conformarli e bloccarli in nome di vecchie idee conformiste sul lavoro, sullo studio (la laurea come fine ultimo, non come strumento per fare qualcosa che davvero gratifica) e sulla famiglia.

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Trovi il libro di Stefania Andreoli qui

Tappe obbligate. Sì, ma per chi?

Dal libro si evince che tra la perfezione e la felicità i giovani adulti scelgono la seconda. Mentre i loro genitori protendono per la prima perché pensano che la perfezione renda felici. Così lo scontro generazionale si fa sempre più serrato; le spinte conservatrici sono troppo rigide, le energie innovative giovanili considerate dagli adulti esagerate ed incomprensibili. Il patriarcato crolla e i giovani adulti se ne stanno accorgendo. Ma i meno giovani resistono e persistono nelle loro convinzioni: laurearsi per forza, magari sposarsi e soprattutto essere performanti grazie ad un lavoro noioso ma redditizio. Insomma, bisogna perseguire per forza le tappe obbligate che oggi diventano obsolete per chi non le vuole più percorrere.

“(…) E’ come se si aprissero davanti a noi due strade: o li detesti ostacolandoli in tutti i modi possibili pur di mettere loro un bavaglio sulla bocca (…) oppure dai loro retta, prendi appunti (…) “.

La richiesta di senso

La richiesta di senso traspare in tutte le storie narrate da Stefania Andreoli nel nuovo ed interessante libro che si rivela essere un punto di riferimento anche per quanti vogliano accostarsi ad una gioventù che è tutt’altro che bruciata. L’autrice di Perfetti o felici ci dice che esistono ragazzi e ragazze che non vogliono impegnarsi ma sostiene che la stragrande maggioranza dei giovani vuole solo dare un senso alla propria vita, cercando un lavoro che non li sprema come dei limoni in nome di falsi ideali, che nascondono solo una volontà di fare profitto, ma li valorizzi davvero.

Loro, i giovani adulti, cercano l’autenticità che non significa essere sinceri. Piuttosto, chi è autentico non mima di vivere, non vuole martorizzarsi né conformarsi, perché, specifica Andreoli, essere perfetti vuol dire diventare “niente”, ovvero “niente di sano”.

L’autenticità, poi, contempla l’errore distruggendo il primato del fare a vantaggio del primato dell’essere. Perfetti o felici è, dunque, un libro da leggere spogliandosi della lente del pressapochismo di chi non sa ma ritiene di saperne abbastanza, delle frasi giudicanti sui giovani, che vengono divulgate dai Media ma non confermate dai dati, e del qualunquismo della politica. Maria Ianniciello

Qui le info sull’autrice: https://it.wikipedia.org/wiki/Stefania_Andreoli

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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