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Lo strangolatore di Boston (2023), il film è su Disney +

Recensione. Lo strangolatore di Boston

Lo strangolatore di Boston, il film del 2023 che trovate su Disney +, non è il remake del lungometraggio del 1968 diretto dal regista newyorkese Richard Fleischer. Non c’è nessun attore alla Tony Curtis che veste i panni del serial Killer Albert DeSalvo, perché la nuova pellicola, strizzando l’occhio al grande Cinema sul giornalismo d’inchiesta, pone al centro una donna, anzi le due donne che alzarono i riflettori, con articoli puntuali e meticolosi, sui 13 omicidi commessi a Boston tra il 1962 e il 1964.

Keira Knightley in questo nuovo film veste i panni della pioniera del giornalismo Loretta McLaughlin che comincia ad indagare per il giornale con cui lavora (con non poca riluttanza dei capi, tutti rigorosamente maschi) sullo strangolamento di alcune donne nel distretto di Boston. Loretta sarà affiancata da Jean Cole (Carrie Coon).

La parola alle donne che realizzarono l’inchiesta giornalistica

La macchina da presa di Matt Ruskin non indugia, come già detto, tanto sullo strangolatore di Boston quanto sulle difficoltà di Loretta in primis a coniugare famiglia e carriera. Infatti, mentre il marito prende gradualmente le distanze, dopo averla sostenuta nelle fasi iniziali del reportage, Loretta deve non solo fronteggiare le critiche di chi la giudica una cattiva madre e una moglie poco idonea ma anche le difficoltà di trovarsi in un contesto, quello della cronaca e dell’inchiesta giornalistica, dove gli uomini detenevano il potere assoluto. Un po’ come accade alla signora Maisel con la comicità.

Loretta tuttavia persevera, perché per lei il giornalismo è prima di tutto una vocazione e una missione. La ricerca della verità sarà ardua e ancora oggi i 13 crimini dello strangolatore sono avvolti in parte nel mistero. Le due reporter comunque ebbero il merito di togliere la polvere da sotto al tappetto, dove lo sporco era stato confinata per un certo utilitarismo e una buona dose di opportunismo.

Lo strangolatore di Boston è un thriller avvincente che mescola più generi rendendo tutta la vicenda molto accattivante anche se non esaustiva. Insomma, si tratta di una pellicola classica nello stile e moderna nel contenuto perché racconta anche la disparità di genere nel giornalismo con uno sguardo molto contemporaneo. Maria Ianniciello.

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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