La tossicodipendenza in Italia: i dati del narcotraffico

Sta facendo molto discutere la serie SanPa di Netflix che alza i riflettori su San Patrignano e sul suo fondatore Vincenzo Muccioli che tra gli anni Sessanta e Novanta salvò migliaia di tossicodipendenti. Ho scritto una recensione su culturaeculture.it e vi rimando all’articolo che trovate qui. Ma la domanda è d’obbligo: com’è la situazione per quanto riguarda la tossicodipendenza in Italia. Ecco i dati. Buon ascolto!

Tossicodipendenza in Italia: i dati

Dal Rapporto annuale 2020 si evince che

  1. Sono aumentate rispetto al 2018 le morti per overdose dell’11,01 per cento. Metà dei decessi è da attribuire all’uso di oppiacei tra cui il Metadone. Sono 373 i morti per overdose. Dal 1973 ad oggi i morti per overdose in Italia sono stati 25.780
  2. Aumenta a dismisura l’uso di cocaina. Siamo a + 127 per cento rispetto al 2018. La cocaina arriva dalla Colombia
  3. Aumenta l’uso di sostanze sintetiche e psicoattive che vengono prodotte per l’Italia principalmente in Belgio, in Olanda, in Polonia e nella Repubblica Ceca
  4. Sebbene la Marjuana (- 39,83%) sia molto utilizzata decresce il suo consumo in Italia, come anche i consumi dell’eroina (- 37,0%) e dell’hashish. La Marjuana arriva principalmente dal Mar Adriatico, lungo le rotte che partono dall’Albania. L’eroina più pura e quindi anche quella più pericolosa per il tessuto sociale arriva principalmente dall’Afghanistan, attraversa l’Iran, la Turchia ed i Paesi balcanici. Hashish proviene invece quasi totalmente dal Marocco.
tossicodipenza in Italia i dati

Qual è il ruolo delle organizzazioni criminali?

  1. Si ritiene oggi sia l’organizzazione criminale più influente nel traffico della cocaina proveniente dal Sud America e dalle principali aree di stoccaggio temporaneo in Europa, attraverso l’operatività di proprie articolazioni radicatesi sul territorio nazionale, in particolare, nelle più ricche regioni come Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto, ed anche europeo con particolare riguardo all’Olanda ed alla Spagna, e per essere, in sintesi, il principale broker mondiale del narcotraffico. Un successo criminale frutto della storica scelta strategica, adottata dai vertici dell’organizzazione, di non unirsi all’opzione “stragista” dei corleonesi con i quali erano in stretti rapporti, ma puntando ad un’espansione “silente” oltre i confini nazionali in quei Paesi ritenuti di interesse per il proprio business illegale. Una presenza questa non limitata a singole unità, magari temporanee, ma dell’intera propria struttura organizzativa proiettata all’estero, che replica integralmente i modi e le usanze operative.
  2. Sono invischiate poi Cosa Nostra, la Camorra e la criminalità pugliese, la criminalità albanese, il cartello dei balcani, le organizzazioni criminali marocchine e poi c’è il narcotraffico sul web.

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