Covid, per più della metà degli italiani la libertà non conta. I dati

Il Covid ha alzato il velo di maya facendoci vedere ciò che non volevamo vedere. L’Italia? E’ un Paese giustizialista. Poco meno della metà dei cittadini italiani chiede la pena di morte per chi sbaglia (43,7 per cento). Per fasce d’età la percentuale più alta è quella dai 35/64 anni, parliamo addirittura del 54,8 per cento; seguita dalla classe d’età che va dai 18 ai 34 anni, con il 44 per cento. E’ un Paese scisso, individualista, bipolare, ansiogeno e ansioso l’Italia. Ne parlo nel nuovo episodio del podcast di attualità, ‘InFormazione’.

«Libertà o Salute? No, vogliamo sicurezza». Il rapporto Censis

Secondo il 54esimo rapporto Censis, il 57,8 per cento degli italiani rinuncerebbe alle libertà personali in nome della salute pubblica, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è, sulle persone che si possono incontrare, sulle limitazioni alla mobilità personale.

 Sempre secondo il Censis, il 38,5% è pronto a rinunciare ai propri diritti civili per un maggiore benessere economico, accettando limiti al diritto di sciopero, alla libertà di opinione e di iscriversi a sindacati e associazioni. Il 77,1% chiede pene severe per chi non indossa le mascherine di protezione delle vie respiratorie, non rispetta il distanziamento sociale o i divieti di assembramento. Il 76,9% è convinto che chi ha sbagliato nell’emergenza, che siano politici, dirigenti della sanità o altri, deve pagare per gli errori commessi. Il 56,6% chiede addirittura il carcere per i contagiati che non rispettano rigorosamente le regole della quarantena.

podcast di attualità

Il 31,2% non vuole che vengano curati (o vuole che vengano curati solo dopo, in coda agli altri) coloro che, a causa dei loro comportamenti irresponsabili, si sono ammalati. E per il 49,3% dei giovani è giusto che gli anziani vengano assistiti solo dopo di loro.

I più severi, per quanto riguarda la rinuncia alle libertà e le pene per chi sbaglia, sono i giovani ai 18 ai 34 anni; seguono poi a ruota le altre classi d’età.

Tante domande aperte, a cui cercheremo di dare risposta negli altri episodi del nostro podcast di attualità…

Rispetto ad altri Paesi europei più sviluppati, in Italia c’è una richiesta di sicurezza. E a chiederla sono soprattutto i ragazzi. Ora sarebbe interessante capire che cosa si intende per sicurezza dal punto di vista olistico. Stiamo parlando solo di salute o di altro? E che cos’è la sicurezza? Ora stando alle mie informazioni, gli italiani chiedevano sicurezza già prima del Covid. Viviamo su un pianeta che è sospeso nello spazio, dove la sicurezza è aleatoria. Non è che tutta questa richiesta di sicurezza nasca da un fattore culturale e cioè una visione lavorativa e sociale basata sul posto fisso? E tutta questa richiesta di giustizia non è forse pericolosa perché fa rima con intolleranza? La Democrazia in Italia è davvero a rischio, considerando che la Politica basa sempre più sul consenso? Siamo anche in uno dei Paesi dove il lockdown è durato di più, forse proprio per questa domanda di sicurezza collettiva? Quanto queste idee collettive hanno condizionato le scelte politiche? Sono tutte domande aperte. Vi aspettiamo venerdì per il prossimo episodio del nostro podcast di attualità.

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