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A Beautiful Boy, recensione del film

A Beautiful Boy adesso è disponibile su Amazon Prime Video e su altre piattaforme in streaming a noleggio e in abbonamento. Ogni tanto il lungometraggio viene trasmesso sulle reti del digitale terrestre e del satellitare.

La pellicola uscì nei Cinema italiani a distanza di pochi mesi da un altro film che molto gli somiglia per il tema trattato, ovvero Ben is back, con Julia Roberts nei panni di una madre coraggio che deve affrontare le malefatte di un figlio tossicodipendente.

In A Beautiful Boy è un padre che cerca di aiutare il figlio ad uscire dalla tossicodipendenza ma questo film non prende una posizione ben precisa perché vuole mostrarci solo le paure legittime del padre, David Sheff, e le sofferenze del figlio Nic.

Si tratta in particolare di una pellicola corale che descrive le ansie di un’intera famiglia allagatta: la matrigna, la madre – che subentra poi nella seconda parte del film – e i piccoli fratellastri di Nic.

Con una serie di flashback, il regista Felix Van Groeningen, ci fa vedere come un ragazzo sensibile e dalle spiccate abilità artistiche si sia addentrato nel tunnel della droga arrivando addirittura a usare la metanfetamina, che lascia poche possibilità di scampo.

I due attori, Steve Carell e Timothée Chalamet, si calano nei panni dei tuoi personaggi principali, il padre e il figlio, con incisività. Come del resto fa tutto il cast. Il film è basato sul libro di David Sheff e sull’autobiografia del figlio Nic.

A Beautiful Boy recensione

Il dramma della tossicodipendenza

La principale causa di morte per gli individui al di sotto dei 50 anni negli Stati Uniti è la tossicodipendenza.

In Italia la situazione non è delle migliori. Da un’indagine del Corriere della Sera del 2018 si evince che muore di overdose una persona ogni due giorni, tra questi ci sono anche degli adolescenti.

Allora, quando il Cinema si occupa di un problema, come nel caso di A Beautiful Boy, vuol dire che quel problema è cresciuto molto. Come abbiamo potuto vedere dai dati. Trovi il film qui. Recensione di Maria Ianniciello

Questo articolo è stato aggiornato il 21 giugno 2022 alle ore 10.44

A Beautiful Boy: recensione (versione video)

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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