Il principe di Roma è Marco Giallini

Marco Giallini è al cinema con ‘Il principe di Roma’, il nuovo film del regista romano Edoardo Falcone che, dopo aver diretto ‘Se Dio vuole’ (2015), ‘Questione di karma’ (2017) e ‘Io sono Babbo Natale’ (2021), gira una nuova commedia dai toni fantastici.

Il principe di Roma: trama e recensione del film con Marco Giallini

“La vera miseria è la falsa nobiltà”. Dal film Miseria e Nobiltà (1954)

Un titolo nobiliare si può acquisire con un pugno di scudi ma la vera nobiltà è il frutto di un percorso evolutivo che conduce alla via del cuore. Bartolomeo (Marco Giallini) ambisce a diventare principe di Roma per riscattarsi finalmente del tutto da un’infanzia da orfano. Con il duro lavoro e un pizzico di ingegno il personaggio di Giallini si è arricchito eppure più diventava benestante e più si allontanava dai valori della vera nobiltà.  

Bartolomeo non vive di espedienti come Ettore Magni di ‘Io sono Babbo Natale’ (2021), altro film di Falcone, ma come quest’ultimo si veste di cinismo e si rapporta agli altri con poca empatia. Un po’ Marchese del Grillo, un po’ Ebenezer Scrooge, Bartolomeo toglie ai poveri per dare ai ricchi dimenticando completamente chi era e da dove era partito. A ricordarglielo, però, come neIl canto di Nataledi Charles Dickens, ci pensano i fantasmi: una vecchina col volto velato, la giovane Beatrice Censi, Giordano Bruno e Papa Borgia.

Tutti riconducono Bartolomeo Proietti sulla retta via, alla ricerca di sé affinché possa mettere da parte avidità e cinismo anche mediante il sentimento che prova per Teta (Giulia Bevilacqua). Questi fantasmi fanno da intermediario tra il reale e il surreale, tra la fantasia e la realtà, per far evolvere il personaggio principale. E in questo somigliano al Babbo Natale di Gigi Proietti.

La locandina de Il principe di Roma, con Marco Giallini

Pregi e difetti della commedia

Partendo da un soggetto scritto con Marco Martani, Edoardo Falcone con Paolo Costella redige un’ottima sceneggiatura e, complici le scenografie di Paola Comencini, gira una commedia dalle atmosfere retrò e dai toni pacati per omaggiare Roma e dirci che la nobiltà è una condizione del cuore.

Il film tuttavia sembra che segua uno schema ben preciso e ciò gli fa perdere di autenticità e originalità. Inoltre, Bartolomeo sembra raggiungere una nuova consapevolezza attraverso un percorso di elaborazione e superamento dei propri limiti solo parziale, non interiorizzato. Questi piccoli difetti tuttavia non penalizzano troppo la commedia che è gradevole e ben fatta, anche grazie alle performance di altri attori oltre a Marco Giallini, come Sergio Rubini nel ruolo del principe Accoramboni, Filippo Timi, Giuseppe Battiston, Massimo Di Lorenzo, Liliana Bottone, Denise Tantucci, Andrea Sartoretti, Antonio Bannò e la già citata Giulia Bevilacqua.

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