Quell’insano messaggio su facebook

facebook-ipad-38Oggi per il mondo Cattolico è la Domenica delle Palme. Il ramoscello d’ulivo che il cattolico dona al suo prossimo è simbolo di pace. Una parola troppo utilizzata, tanto da farne un abuso. La pace non è solo quella collettiva, cioè una sorta di armonia tra i popoli, tra le Nazioni, ma è soprattutto individuale. Perché non ci può essere pace, se nel nostro cuore c’è solitudine, disperazione, individualismo, invidia. Sensazioni che non ci mettono molto a trasformarsi in odio per l’altro, perché costui o costei ha qualcosa che io non ho.

Per uscire da sentimenti così debilitanti e controproducenti, bisogna fondare tutta la nostra vita su una solida autostima che non lascerà mai spazio a nessuna forma di gelosia e di rancore. Ci sono situazioni in cui poniamo una barriera tra noi e l’altro che diventa alta, tanto alta da essere invalicabile, perché abbiamo paura di essere giudicati e condannati. In realtà a condannarci è soltanto il nostro io. Avendo fiducia in noi stessi e nelle decisioni che prendiamo quotidianamente, tutte queste emozioni negative si volatilizzano come polvere e cominciamo a costruire un’esistenza sulle fondamenta della fiducia che ci farà raggiungere grandi traguardi mediante la sincerità; un valore che non va d’accordo con codardia, né con superficialità nei rapporti interpersonali, sia sul lavoro, sia nella vita privata. Molti sono i giovani purtroppo che – e non è un’accusa, ma è un’amara consapevolezza – pur considerando il lavoro come un bene prezioso, nei fatti agiscono come se esso fosse un gioco; quindi è usuale (mi raccontavano alcuni colleghi) che ragazzi alle prime armi si alzino la mattina e decidano di non svolgere il lavoro, magari lasciando un messaggio al datore su facebook. Proprio come in un gioco, senza tener conto della parola data, senza tener conto di nulla perché probabilmente quell’occupazione era stata sempre considerata come un passatempo quotidiano. Giusto per far qualcosa… per trascorrere il tempo, per fare qualcosa di diverso. Qualcuno mi raccontava addirittura che è diventato usuale lasciare il fidanzato o il compagno con un sms o peggio ancora con un semplice messaggio su facebook.

Un’insana abitudine che sta diventando una moda e che non ha nulla a che vedere con i valori sopra menzionati e tra questi c’è il rispetto della parola data, per la quale un tempo si facevano quasi “i salti mortali”. Ma questi sono insegnamenti che si acquisiscono in famiglia e a scuola e che non si possono apprendere, perché bisogna cambiare la struttura mentale di una società che predica la pace spaccando le vetrine o accanendosi contro il prossimo. Comunque ciascuno di noi, per usare una metafora presa dal mondo contadino, semina quello che raccoglie. Se seminiamo superficialità, non raccoglieremo altro che rapporti superficiali…

Maria Ianniciello

 

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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