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Virgin River: recensione della terza stagione

E siamo giunti alla terza stagione di Virgin River, la serie tv romance di Netflix.

Dopo aver lasciato Jack (Martin Henderson) in condizioni critiche nell’ultimo episodio al cardiopalma della seconda stagione, scopriamo che il protagonista maschile è ancora vivo ma non ricorda chi lo ha sparato e quindi, tra vuoti di memoria e momenti romantici con la sua Melinda (Alexandra Breckenridge), Jack cerca il suo carnefice, mentre la sorella avvocatessa Brie (Zibby Allen) fa la propria comparsa sulla scena. Intanto Mel continua a desiderare una gravidanza.

Hope (Annette O’Toole) è la grande assente di questa stagione. Partita per un viaggio, la sindaca di questa ridente cittadina si troverà con la zia anziana nel cuore di un uragano. Doc (Tim Matheson) intanto dovrà affrontare non solo quanto accadrà alla moglie ma anche i gravi problemi di vista legati all’età che costringeranno il medico a riconsiderare i ritmi del suo lavoro. E poi c’è Lily (Lynda Boyd)…

Jack dovrà fare i conti con Charmaine (Lauren Hammersley) e il nuovo compagno mentre Mel lo disorienta. Nel frattempo la protagonista femminile sembra essersi evoluta ulteriormente come personaggio. Dopo aver metabolizzato il grave lutto durante la seconda stagione, la nostra infermiera specializzata è pronta a compiere un ulteriore passo in avanti per la propria evoluzione.

Non vado oltre per non fare altro spoiler e non rivelarvi ulteriori dettagli preziosi. In questa terza stagione di Virgin River, quindi, si continua ad esplorare il tema della morte, tra immani tragedie, decessi e aborti inaspettati. Accanto alla morte c’è però sempre l’amore come nei migliori drammi (ne ho parlato in una newsletter del sabato. Per ricevere gli approfondimenti riservati agli abbonati iscriviti qui).

Insomma anche Virgin River 3 è ricca di pathos e di tematiche su cui riflettere. Tenete conto tuttavia che si tratta pur sempre di un prodotto romance, quindi le forzature e le esagerazioni che in certi episodi si possono evincere sono dovute al genere a cui appartiene questa fortunata serie televisiva che continua a piacere molto perché in fondo l’amore romantico è senza tempo! Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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