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Senza limiti: trama e recensione del film di Netflix

L’amore può essere una trappola mortale. Almeno lo è per la protagonista del film di Netflix Senza limiti.

Roxana (Camille Rowe) si innamora perdutamente di Pascal (Sofiane Zermani), l’istruttore di apnea che conosce durante un corso che, lei, almeno i primi giorni, non pensa possa cambiarle la vita. L’apnea è qui metafora di impossibilità di trovare spazio in un rapporto soffocante dove l’ego di lui è stratosferico. Il mare è invece simbolo dell’inconscio verso le cui profondità si dovrebbe sempre scendere con circospezione.

 Il film si ispira tuttavia a una storia realmente accaduta strizzando l’occhio a pellicole che si insinuano nelle trappole dell’amore fatale, il quale castra e annichilisce uno dei due rendendolo vittima di un carnefice spietato. La storia vera è quella della apneista francese Audrey Mestre che, nel tentativo di superare i record maschili di specialità, morì il 12 ottobre del 2012 a oltre 171 metri di profondità, per un problema tecnico al serbatoio.

Ci sono molte differenze, in realtà, tra la storia raccontata nel film e la vicenda accaduta a Mestre che viveva in Messico col marito Francisco Ferrares, un bravo subacqueo cubano, il quale controllò per ultimo il serbatoio.

Sulla vicenda e sull’amore tra Ferrares e Audrey sono stati scritti alcuni libri (dallo stesso Ferrares) che presumibilmente hanno ispirato anche un pochino la pellicola.

Diretto da David M. Rosenthal, il film si sofferma su un rapporto malato e contorto ma anche sulle trappole insidiose di chi non sa porre un freno al bisogno impellente e poco salutare di andare sempre più oltre i propri limiti, perché ci si sente un po’ padreterni. Pascal, poi, si riconosce solo nell’apnea, senza la quale per lui non c’è vita. Roxana invece, da dipendente affettiva quale è, si vede solo attraverso gli occhi del suo innamorato..

Senza limiti è, dunque, un lungometraggio accattivante, che nonostante alcuni elementi di criticità riesce a raccontare questa storia in modo convincente con sfumature del thriller e del dramma sentimentale. Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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