BERSANI E IL GIOCO DELLE ALLEANZE

Dal sito di Bersani

Il candidato premier delle forze progressiste sarà Pier Luigi Bersani che ieri ha sconfitto Matteo Renzi al ballottaggio per le Primarie. Una lotta accesa, che si è infuocata ancor di più nell’ultima settimana a causa di alcune pagine pubblicitarie acquistate dal sindaco di Firenze che invitava i cittadini ad andare a votare. I candidati del primo turno e lo stesso Bersani hanno presentato un esposto contro Renzi, accusato di non aver rispettato le regole. E forse proprio a causa di questo fatto Nichi Vendola, Bruno Tabacci e Laura Puppato hanno appoggiato il segretario del PD che ha vinto con oltre il 60 per cento.

Tanta umiltà nel discorso di Renzi che comunque ha dichiarato di guardare al futuro. Deciso, senza esitazioni, si è mostrato Bersani che, ringraziando i  sostenitori, ha invitato i suoi elettori a essere allegri, come è nello stile del popolo italiano, perché, ha detto, «ci aspetta una battaglia ancora più difficile, ci sono persone da convincere e avversari da battere».

E, mentre in casa PD le idee sono chiare, nel centrodestra regna ancora la confusione, anche a causa delle  primarie del PDL che non sono state né confermate né revocate. Ma non sono solo le elezioni per la scelta del candidato premier  ad alimentare questa sensazione di stand by – che potrebbe disorientare il PD, il quale non sa ancora contro chi e cosa “combattere” – bensì la totale assenza di una leadership che non consente agli esperti della politica di fare previsioni a lungo termine. Altro nodo da sciogliere è la legge elettorale, il cosiddetto porcellum, che dovrebbe essere cambiata prima delle elezioni.

Ma sembra che il Parlamento non ne voglia ancora sapere, forse proprio per questo immobilismo del centrodestra, in quanto ancora non sono stati definiti coalizioni e schieramenti. Come a dire: «Vediamo se ci conviene, altrimenti meglio il Porcellum».  Ad andare a votare alle primarie ovviamente sono stati solo gli elettori di centrosinistra, quindi Bersani sa bene che dovrà convincere la maggior parte degli italiani, cioè tutte quelle persone che hanno votato negli anni scorsi per Berlusconi; tutti coloro che per forma mentis non manderebbero mai un ex comunista a Palazzo Chigi e dunque il gioco delle alleanze a questo punto potrebbe essere fondamentale per conquistare i moderati.

Maria Ianniciello

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