Tredici vite: recensione del film

Guardando il film Tredici vite ho ripensato a quanto sia difficile per l’Occidente comprendere l’Oriente. Purtroppo ci accostiamo agli orientali con occhio giudicante e severo per dimostrare che siamo migliori oppure cerchiamo di importare i loro usi e costumi per adattarli alla società del libero mercato usando la loro spiritualità per ottenere più denaro e quindi più cose. La Thailandia, poi (il Paese dove è ambientato il film) è la culla di quella Spiritualità che l’Occidente ha perso. Su questo argomento consiglio il libro ‘Non sei Dio’ (Edizioni Tlon) di Maura Gancitano e Andrea Colamedici (lo trovi qui).

Tredici vite, sia inteso, è un film molto avvincente. Basata su una storia vera, la pellicola mantiene alta l’attenzione della spettatrice e dello spettatore per tutto il tempo.

Tredici Vite: recensione e trama

Siamo in Thailandia, è il 2018. Mancano ancora diversi giorni all’inizio della stagione dei monsoni. Un gruppo di 13 persone, tra cui 12 adolescenti e la loro guida spirituale, si infila nella grotta di Tham Luang Nang Non, nella provincia di Chiang Rai. Il gruppo percorre molti chilometri a piedi. Intanto comincia a piovere prima del previsto. La grotta si allaga e le tredici persone sono impossibilitate ad uscire.

Le autorità thailandesi, aiutate dai Media, mobilitano molti volontari di diversi Paesi, fra cui i due migliori sommozzatori al mondo, Rick Stanton (Viggo Mortensen) e John Volanthen (Colin Farrell). Al gruppo si aggiunge poi anche l’immersionista-medico Richard Harris (Joel Edgerton). Per quasi due settimane i volontari coopereranno duramente per salvare le tredici vite bloccate mentre la popolazione locale prega, tentando al contempo di deviare l’acqua dalla grotta.

Il film, che è diretto in maniera magistrale da Ron Howard, si sofferma su tutti gli aspetti della vicenda con un certo equilibrio dimostrandoci quanto l’unione faccia la forza. Tra le righe tuttavia trapela proprio ciò che ho espresso all’inizio, ovvero la tendenza di noi occidentali a voler dimostrare perennemente la nostra superiorità. In realtà siamo solo incapaci di guardare oltre.

L’animismo che caratterizza molte culture orientali è a noi incomprensibile perché abbiamo perso il senso della meraviglia a causa del materialismo e del meccanicismo che annebbiano i nostri occhi impedendoci così di vedere la Magia che pervade il Mondo e l’Universo. Comunque Tredici Vite è un film consigliato proprio perché racconta una storia dal messaggio forte, mantenendo alto il pathos, con un cast di grande spessore. Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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