Gli ultimi zar, la docu-serie di Netflix ci aiuta a conoscere la Storia della Russia

Gli ultimi zar: recensione

La Storia è fatta di puntini che si intersecano e si uniscono. Guardando le cartine geografiche del globo e le mappe dei vari periodi storici ci si accorge, infatti, che ogni nazione è collegata all’altra tramite limiti immaginari e che è la Storia a ridisegnare i confini territoriali. La Storia crea la letteratura, l’arte, la filosofia, addirittura plasma la scienza, mettendo i presupposti per quanto accadrà dopo. Anche la caduta dell’ultimo zar di Russia, Nicola II, ha condizionato il corso degli eventi perché ha ridisegnato i confini europei e messo i presupposti per molti degli avvenimenti successivi. Ed è sicuramente per questo che la vicenda degli ultimi Romanov – che comandarono la Russia tra il XIX e il XX secolo – ha ispirato un avvincente docu-serie dal titolo appunto ‘Gli ultimi zar’.

Nicola II, Alessandra e Rasputin…

Il documentario racconta – attraverso gli interventi di illustri studiosi e la performance di attori che interpretano i protagonisti – l’ascesa e la caduta di Nicola II (Robert Jack) soffermandosi soprattutto sul legame con Alessandra (Susanna Herbert) che lo zar sposò insolitamente per amore e dalla quale ebbe cinque figli.

La docu-serie di Netflix ripercorre le fasi salienti della vita dello zar che fu condizionato dalla malattia dell’ultimogenito nonché erede al trono, Alessio, il quale soffriva di emofilia, una grave malattia della coagulazione del sangue. Alessandra dal canto suo aveva molta fede tanto da lasciarsi soggiogare dal monaco e mistico Rasputin (Ben Cartwright) che, secondo la zarina, era l’unica persona in grado di aiutare il figlio. Rasputin esercitò un’influenza incredibile sulla coppia reale, suscitando le ire della chiesa Ortodossa e di molti politici. Lo zar per non scontentare la moglie si fece consigliare dal monaco mettendo così i presupposti per la sua caduta.

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Dal documentario, che è suddiviso in sei episodi, viene fuori il ritratto di un uomo debole e chiuso nei suoi sfarzi e nella sua mentalità autocratica, la quale gli impedì di concedere al popolo e in modo particolare agli operai più diritti sulla scia di quanto stava accadendo in molti Paesi occidentali.  Anche Alessandra non si accorse di nulla e si oppose a qualsiasi cambiamento sia perché era ignara delle caratteristiche intrinseche del Paese adottivo (la zarina aveva sangue per metà inglese e per metà tedesco) e sia perché era accecata dalla paura di perdere il figlio; un timore che anestetizzava facendo uso di droghe. Quando poi i ribelli arrivarono davanti ai cancelli del palazzo imperiale, mentre lo zar era impegnato a dirigere l’esercito nella grande guerra, l’imperatrice si rifiutò con orgoglio e testardaggine di lasciare la propria abitazione. E fu così la fine.

‘Gli ultimi zar’ è dunque una docu-serie che ci aiuta a conoscere sicuramente meglio la Russia. Il documentario – che è molto romanzato – ci parla in parte anche della rivoluzione bolscevica suscitando indignazione poiché l’assassinio della famiglia reale fu cruento e spietato. Le immagini finali non lasceranno, quindi, lo spettatore indifferente. Da non perdere. La recensione è stata scritta da Maria Ianniciello

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