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“American Hustle – L’apparenza inganna”: la recensione

american-hustle-l-apparenza-inganna-trailer-italiano-poster-film-214x300“American Hustle – L’apparenza inganna”  riesce a tenere lo spettatore nel limbo dell’incertezza fino all’ultimo, quando tutti i nodi vengono al pettine. In questo nuovo film il regista e sceneggiatore statunitense David O’ Russell riporta sul grande schermo Bradley Cooper e Jennifer Lawrence, l’affiatata e strana coppia del pluripremiato “Il lato positivo” (2012). Ma in questa nuova pellicola i due attori, qui non protagonisti, interpretano ruoli diversi. Cooper è l’ambizioso agente dell’FBI, Richie DiMaso, che per scovare i malfattori fa affari con due geni della truffa: Irving Rosenfeld (Christian Bale) e Sydney Prosser (Amy Adams). La Lowrence invece è l’affascinante e bizzarra Rosalyn, la moglie di Irving. Nel film, che trae spunto dallo scandalo Abscam, i personaggi con le loro rispettive esigenze e voglia di rivalsa vengono messi in risalto, tanto che la truffa passa quasi il secondo piano.

Il filo conduttore di tutto il lungometraggio sono le relazioni, spesso pericolose, tra i protagonisti e le persone che fanno parte di un mondo dove il male affare e la menzogna regnano sovrani. Irving e Sidney – che sono costretti a collaborare con DiMaso per uscire di galera – vengono quasi catapultati in una realtà corrotta, nella quale i politici, come il sindaco Carmine Polito (Jeremy Renner), intrecciano rapporti con la Mafia. “American Hustle” è dunque un film sulla menzogna: i personaggi, per sentirsi appagati e in pace con la loro coscienza, ingannano gli altri  e si creano quasi sempre un alibi, una sorta di messa in scena per proteggere l’identità costruita nel corso del tempo. Il pubblico si appassiona così a ciascuno di loro, i quali – nonostante le rispettive colpe – hanno dopotutto un lato positivo. In questa pellicola infatti non ci sono né buoni e né cattivi, ma solo esseri umani in balia di loro stessi e della loro noiosa quotidianità, dalla quale tutti, tranne uno, forse protranno uscire proprio grazie a Rosalyn, una donna ambigua e imprevedibile, che soffre perché il marito si è  innamorato di Sydney. Rosalyn però non è affatto stupida, anzi è molto scaltra, e sarà proprio lei a farci capire che l’apparenza inganna. Sempre o… quasi.

 

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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