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Disney, Frozen – Il regno di ghiaccio: la recensione

frozen_loc_italy_christmasIn ogni fiaba c’è del simbolismo. L’autore usa un linguaggio figurato, fatto appunto di simboli che affondano le loro radici nelle antiche storie popolari, tramandate di generazione in generazione. La Disney ha saputo cogliere il senso profondo di fiabe e favole, inventando personaggi nuovi e portando anche sul grande schermo storie dal contenuto didascalico, spesso tratte da fiabe e utili a bambini e adulti. E “Frozen. Il regno di ghiaccio”, il cartone animato uscito nelle sale il 19 dicembre scorso, non fa eccezione. Diretto da Chris Buck e Jennifer Lee, il film s’ispira a “La regina delle nevi” di Hans Christian Andersen. Motore dell’azione sono due sorelle, la principessa Anna e la regina Elsa, la quale ha il dono di trasformare in ghiaccio qualsiasi cosa tocchi ma è vittima della paura anche perché lei vive nel ricordo di un evento traumatico verificatosi durante l’infanzia quando mise in serio pericolo la vita di Anna, che da adulta è un’inguaribile ottimista, è tenace, forse anche troppo, ed è un’eterna sognatrice.

Anna, che non ricorda nulla dell’episodio, crescendo non capisce le ragioni del distacco improvviso di Elsa (doppiata in Italia da Serena Autieri), voluto dai genitori che, anziché insegnare alla figlia a sfruttare positivamente il suo enorme potenziale, la costringono all’insolamento, per il suo stesso bene.

Ma le cose si complicano, per Elsa, il giorno della sua incoronazione, quando tutto il Regno viene a sapere dei suoi poteri e quindi lei è costretta a fuggire ghiacciando Arendelle, la terra in cui è nata. Tra gli altri personaggi ci sono il temerario Kristoff, che aiuta Anna a ritrovare la sorella, e Olaf, il pupazzo di neve, creato da Elsa, che inconsapevole del suo destino sogna di vedere l’estate. Olaf è doppiato splendidamente da Enrico Brignano. “Frozen” è un musical a cartone animato dei nostri giorni. Qui, a differenza del passato, le principesse scendono dal trono per conoscere se stesse e scoprire qual è il loro posto nel mondo, affrontando pericoli e paure. Ma, nonostante i segni evidenti del tempo che passa, è ancora viva l‘idea che ha reso grande la Disney e che ritroviamo in tutte le sue magiche creature. Anche in “Frozen”  infatti l’amore può tutto, tanto da sciogliere un cuore di ghiaccio. Perché i buoni trionfano sempre sui cattivi. Anche oggi.

Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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