Al Cinema “Stai lontana da me”, la recensione del film

stai lontana da meIn Italia è rischioso produrre e girare un film sulla sfiga, perché l’italiano è per natura superstizioso. La jella fa paura e anche tanto, forse più delle malattie  e del cattivo odore. Gli italiani, dopo aver visto un gatto nero, di solito cambiano percorso. Al Cinema, come nella vita reale.  Eppure “Stai lontana da me”, nelle sale cinematografiche dal 14 novembre, nonostante sia un film sulla sfiga, è un esperimento ben riuscito. La pellicola, che è un remake della commedia francese “Per sfortuna che ci sei” di Nicolas Cuche, è diretta da Alessio Maria Federici, alla sua seconda esperienza di regista, dopo “Lezioni di cioccolato 2“, e con una lunga gavetta di aiuto regista alle spalle. Gli attori protagonisti, Enrico Brignano e Ambra Angiolina, molto affiatatti sul set, si sono calati perfettamente nei panni dei personaggi interpretati: Sara, un architetto dal carattere mite  che si muove con eleganza, nonostante le continue cadute, e Jacopo, che, dopo essere riuscito da piccolo a far riapaccificare i propri genitori, ha intrapreso la professione di consulente matrimoniale con ottimi risultati. Peccato che l’uomo non riesca a fare la stessa cosa con se stesso. Dall’infanzia, a causa di una maledizione ricevuta da una sua fidanzatina, Jacopo è colpito dalla sfortuna che però, anziché interessare lui, colpisce le donne di cui si innamora. La malcapitata di turno deve far fronte a rischiosi incidenti, come porte in faccia, strane allergie, singolari cadute che fanno ridere. Sara, innamorata di Jacopo, ne subisce di tutti i colori e anche se con un sorriso accetta quello che le capita, senza mai incolpare il partner, capisce che a tutto c’è un limite. Riuscirà Jacopo a risolvere il suo problema, mettendo così fine alla sfiga? Non vi resta che scoprirlo al Cinema. Brignano e Ambra Angiolini sono una coppia inedita, come inediti sono i loro ruoli. Sara è una ragazza equilibrata, sicura di sé, che non dà retta alle chiacchiere e ai consigli non chiesti, diversamente da quanto fanno le complessate Francesca, la cuoca di Immaturi e di Immaturi – Il viaggio, e Susanna di Viva l’Italia; Enrico invece esce dal genere one man show, ridimensionando le sue battute ai minini termini e riuscendo comunque a fare divertire. Un’impresa non da poco per una commedia non demenziale e mai volgare.

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