Il cacciatore di donne, la recensione del film

IMG_3171.CR2“E` una prostituta che rifiuta la macchina della verità. Non conta!”. Siamo nell’Alaska di inizio anni Ottanta, una terra gelida come il cuore di Robert Hansen, un uomo che, sotto la coltre di padre di famiglia e lavoratore impeccabile, nasconde un’altra identità. Hansen in realtà è un serial killer che ammazza giovani donne, tutte con lo stesso profilo. La storia dell’uomo che, tra il 1971 e il 1983, terrorizzò l’America è arrivata sul grande schermo con il film Il cacciatore di donne (Titolo inglese: The Frozen Ground), diretto da Scott Walker e nelle sale cinematografiche italiane dal 3 ottobre.

cover1300Nei panni dello spietato Hansen c’è John Cusack; dall’altra parte, quella dei buoni, ritroviamo invece Nicolas Cage che ancora una volta interpreta l’uomo in divisa, il sergente Jack Halcombe, una persona dai sani principi che sta per appendere il distintivo al chiodo. Nel mezzo ci sono le vittime, alle quali può rendere giustizia solo Cindy Paulson (Vanessa Hudgens), diciottenne prostituta che riesce a fuggire dalla grinfie del serial killer ma, rivolgendosi alla polizia, trova un muro invalicabile di pregiudizi che solo il sergente Halcombe prova ad abbattere, perché reso ancor più sensibile da una sua tragedia familiare. Corpi di giovani donne, che per soldi sono disposte a tutto, fanno da scenografia a questo film, che si caratterizza per i pochi colpi di scena. Lo spettatore infatti conosce sin dal principio l’omicida, un uomo che violenta e caccia la sua preda per poi ucciderla. La pellicola non entra nella mente del serial killer, bensì ci fa conoscere uno spaccato lucido e scioccante dell’Alaska di quegli anni, rievocando sensazioni di rabbia e impotenza provate con altre pellicole, come Millennium – Uomini che odiano le donne o Bordertown con Jennifer Lopez. Contesti diversi ma la violenza è la stessa! L’ambientazione, forse a causa delle immagini sempre grigie, ricorda anche Blood di Nick Murphy.

A nostro giudizio, Il cacciatore di donne, distribuito in Italia da Videa, va dunque visto non solo per la tematica ma anche per il cast formato da grandi attori che sanno raccontare con intensità una storia realmente accaduta.

m.i. 

 

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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