“Il paradiso degli orchi” di Pennac diventa un film

locandina il paradiso degli orchiC’è Benjamin, il capofamiglia, fratello maggiore dalla tribù Malaussène che si guadagna da vivere facendo il “capro espiatorio” in un grande magazzino parigino. Lui, che durante il giorno si sorbisce il copione già scritto di sfuriate del grande capo con l’intento di indurre i clienti a ritirare eventuali reclami, la sera è un abile narratore di storie avvincenti, raccontate al vivace branco di fratelli minori di cui si occupa da tempo. Ci sono Clara, dolce sorella appassionata di fotografia, e Thérèse la veggente, che legge il futuro nei fondi di caffè turco. Ci sono, poi, l’incontenibile Jeremy, piromane che tra una parolaccia e l’altra rischia di far bruciare la scuola, e l’occhialuto Piccolo, il bimbo di casa, i cui disegni ritraggono babbi natali spaventosi quanto orchi. E poi la sorella grande, Louna, intenta a definire la sua relazione con il compagno Robert e, quando capita, “la mamma”, lontana e continuamente in cerca della felicità con uomini sempre diversi. Infine, come dimenticare il cane epilettico Julius e la bella “zia Julia”, giornalista di “Actuel” che presto entrerà a far parte della tribù? Una famiglia, quella dei Malaussène, che ben conoscono coloro che si sono appassionati alla serie di romanzi scritti da Daniel Pennac negli anni Novanta: cinque libri uno più avvincente dell’altro e che, accanto alla vicenda di questa famiglia un po’ fuori dal comune, hanno al centro le indagini del veterano commissario Rabdomant, che nel suo ufficio stile impero cerca di risolvere casi che, per motivi diversi, sembrano sempre coinvolgere lo stesso Benjamin.

Il paradiso degli orchiMa la vera notizia è che il primo romanzo della serie, “Il paradiso degli orchi”, è ora un film. Pronto a uscire nelle sale francesi questo mese, l’adattamento di Nicolas Bary sarà presto anche sul grande schermo italiano. È attesa per il 14 di novembre, infatti, l’uscita nelle sale del film minuziosamente tratto dal libro di Pennac. Un romanzo che già nel titolo originale, “Au Bonheur des Ogres”, sembra richiamare alla mente l’“Au Bonheur des Dames” di Émile Zola, con il suo grande magazzino ammaliante e sfavillante, paradiso degli acquisti e regno di oggetti d’ogni tipo. Un negozio immenso la cui luce «rimbalza – almeno secondo Pennac – sugli specchi, gli ottoni, i vetri, i finti cristalli, scorre nei corridoi e impolvera l’anima. Tanta luce non rischiara: inventa un mondo”. Al centro della vicenda del film, come per il romanzo, una serie di attentati avvenuti proprio all’intero del Grande Magazzino in cui lavora Malaussène (interpretato da Raphaël Personnaz). Bomba dopo bomba le anziane vittime si trovano sempre nelle vicinanze del protagonista, motivo che indurrà il commissario Rabdomant a indagare anche sul “capro espiatorio”. Ma accanto al giallo da risolvere, le immancabili e avvincenti disavventure della famiglia, in un quartiere parigino, quello di Belleville, in cui i profumi di cibi mediorientali si uniscono al canto del muezzin, che dalla finestrella di una casa diroccata cerca, anche se non sempre con un buon risultato, di richiamare alla preghiera la comunità musulmana. Un film, quello di Nicolas Bary, che nel cast vanta anche il regista Emir Kusturica, chiamato a interpretare la misteriosa guardia notturna del Grande Magazzino, di nazionalità serba. Non resta che attendere l’uscita nelle sale, così da poter costatare se la pellicola saprà riproporre l’ironia sottile, il ritmo e il sarcasmo di uno scrittore arguto come Pennac.

Valentina Sala

 

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