Roberta Villa: Vaccini anti Covid? Ecco tutto quello che c’è da sapere

‘Vaccini. Mai così temuti, mai così attesi’ (Chiarelettere, lo trovi qui) di Roberta Villa è un libro che chiunque dovrebbe leggere perché l’informazione corretta, soprattutto nell’ambito della salute, è l’eccezione alla regola. Nella nostra società le notizie si riconcorrono troppo velocemente, talvolta smentendo ciò che è stato divulgato il giorno prima. Così, sull’onda del sensazionalismo mediatico, ricercare la verità tra le fake news è un compito molto complesso che richiede tempo e pazienza. Perciò è di fondamentale importanza avere dei punti di riferimenti certi in questo mare immenso di informazioni. Il libro della giornalista Roberta Villa è quindi una buona fonte per saperne di più sui vaccini.

Villa, con rigore scientifico ed onestà intellettuale, sfata molti dei miti che aleggiano intorno ai vaccini anti Covid spiegando innanzitutto come si è svolta la sperimentazione. «Il mondo della ricerca già metteva in conto che un nuovo virus emergente potesse provocare una pandemia, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva inserito una possibile “malattia X”, senza nome, tra le dieci minacce infettive su cui l’umanità non doveva farsi cogliere alla sprovvista». Quindi, afferma Roberta Villa nel libro, «da molti anni le maggiori aziende farmaceutiche si erano dedicate allo studio di metodi innovativi per creare, mettere appunto, sviluppare e produrre in tempi rapidi vaccini che fossero anche facilmente adattabili alle nuove minacce». Quali siano questi metodi innovativi la giornalista scientifica lo chiarisce nel passaggio successivo: «In altri termini, per lavorare a un vaccino non occorre più avere la disponibilità materiale del virus contro cui è diretto e soprattutto non c’è più la necessità di coltivarlo e farlo moltiplicare».

Roberta Villa libro
Roberta Villa

Tutta la comunità scientifica ha avuto così libero accesso alla sequenza genetica del virus, inoltre non si è partiti da zero per la messa a punto dei vaccini anti Covid perché si è utilizzato il lavoro fatto durante le epidemie di SARS, MERS ed Ebola. I nuovi vaccini contro il Covid sono stati prodotti usando delle specifiche piattaforme, la cui sicurezza era già stata testata.

Roberta Villa spiega poi che il vaccino AstraZeneca, prima di essere caricato con il materiale genetico del nuovo Coronavirus, era già stato usato in precedenza, oltre che contro l’ebola, anche contro altri agenti infettivi e addirittura contro il tumore alla prostata. Mentre il Pfizer fino a dicembre 2019 era studiato come possibile approccio alla cura dei tumori.

La giornalista si sofferma inoltre sulla differenza tra malattia ed infezione, anche per quanto concerne l’efficacia dei vaccini: «Negli studi sui vaccini antiCovid – si legge nel libro – sono state considerate la differenza di mortalità tra vaccinati e non vaccinati e la capacità del vaccino di prevenire l’infezione, non soltanto i sintomi». Non ci sono ancora evidenze però che dimostrano che i vaccini possano fermare anche la diffusione del contagio, oltre che lo sviluppo dei sintomi, perché ci vogliono più tempo e più risorse per raccogliere i dati.

«E’ bene sottolineare comunque che la possibilità per le persone vaccinate di trasmettere l’infezione non significa che sia stato il vaccino a renderli contagiosi», sostiene Roberta Villa, precisando che questo vuol dire che il vaccino può proteggere dallo sviluppo dei sintomi della malattia «ma non può impedire al virus di raggiungere l’organismo replicandosi e poi trasmettersi ad altri».

La giornalista scientifica – che scrive anche della differenza tra vaccini, sieri e anticorpi – sostiene che il rischio zero non esiste, poi focalizza l’attenzione sul rapporto tra i rischi di eventuali effetti collaterali – che «sono molto rari» – e i benefici. Il penultimo capitolo è dedicato alla comunicazione che, rivestendo un ruolo importante, va adattata alle caratteristiche della popolazione. Infatti, non si può parlare di comunità e senso di responsabilità in un Paese come l’Italia che è molto centrato sull’individuo. Le parole, secondo Villa, vanno quindi usate con estrema cura e la comunicazione deve essere pianificata, dando fiducia al cittadino che si sente spesso poco rispettato.

«Troppo spesso si percepisce una supponenza che può arrivare all’arroganza, alla derisione, all’insulto. E’ per questo che le campagne contro gli antivaccinisti difficilmente possono produrre un effetto positivo», precisa Villa, anche perché le indagini dicono che «gli antivax, cioè le persone ideologicamente ostili alla vaccinazione, sono un numero minimo». Secondo Roberta Villa, bisognerebbe concentrarsi al contrario sugli incerti che non vanno convinti ma accompagnati nella scelta tramite un’informazione dal taglio scientifico, anche perché, come spiega la giornalista nell’ultimo capitolo del libro, potrebbe essere l’inizio di un’era pandemica e quindi bisogna trarre insegnamento dagli errori fatti.

Roberta Villa ha scritto quindi un libro divulgativo alquanto agevole e molto utile ma non del tutto esaustivo perché, com’è ovvio che sia, molte domande non hanno ancora trovato risposta in ambito scientifico e quindi restano aperte. Di conseguenza il libro ‘Vaccini. Mai così temuti, mai così attesi’, se da un lato ci rassicura facendo luce su paure immotivate e pregiudizi, dall’altro illustra con onestà anche le cose che non si sanno perché la ricerca scientifica è in divenire. Maria Ianniciello

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