L’AMICO GENITORE E LA MANCANZA DI RISPETTO

© Anita P Peppers
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Ci sono due cose (non solo due) che si apprendono con l’esperienza, con il trascorrere degli anni. Si tratta di due importanti valori che se coltivati possono dare i loro buoni frutti: il rispetto per l’anziano o per chi ha comunque qualcosa da insegnarci perché più grande di noi e la predisposizione all’ascolto. Entrambi ci vengono insegnati da bambini, nella prima infanzia. Sento spesso dire genitori: «Io sono il migliore amico di mio figlio». Trovo, e i recenti studi pedagogici lo confermano, che un padre o una madre non può e non deve trasformarsi in ciò che non è, ovvero in un amico, altrimenti il figlioletto non vedrà in lui o in lei una persona autorevole, da rispettare. Il genitore è una guida non un comandante né un confidente e come tale deve riuscire a conquistare il rispetto della prole, la quale a sua volta deve ricevere dal padre e dalla madre gli strumenti per poter camminare  lungo il sentiero della vita.  I genitori che perdono di autorevolezza creano dei fannulloni e dei nulla facenti che il più delle volte portano nella società, e anche nei luoghi di lavoro, la forma mentis del “tutto è dovuto perché sono io”. Ognuno deve esercitare il ruolo che gli spetta in una famiglia come in un’azienda. Un mio amico manager, tempo addietro, si lamentava di un giovane alle prime armi che era solito telefonare in tarda sera per avere un parere sul lavoro svolto. Un’invadenza della privacy che creava non pochi problemi al mio amico; un atteggiamento sbagliato, che è sinonimo di mancanza di educazione e totale assenza del rispetto delle gerarchie che sono importanti altrimenti vivremo nel caos, in una vera e propria anarchia. Purtroppo la  forma mentis del “tutto è dovuto perché sono io” è  radicata in molti  giovani che, non avendo avuto esempi adeguati in famiglia, anziché ascoltare le critiche costruttive di chi ha avuto modo di apprendere qualcosa in più, innalzano le pareti della maleducazione e dell’arroganza… La soluzione sta nella prima infanzia, periodo in cui il genitore dovrebbe semplicemente svolgere il ruolo di guida…

Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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