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“Un ragionevole dubbio”: un film che sa poco di thriller

Un ragionevole dubbioPer “Un ragionevole dubbio”, uscito nelle sale cinematografiche il 6 marzo, mi sarei aspettata un finale degno del titolo del film, magari meno scontato e più adrenalinico e invece proprio sul più bello il regista Peter P. Croudins ci lancia l’amaro in bocca facendoci provare prima momenti di tensione, proprio come dovrebbe fare un thriller, e poi ci fa crollare l’adrenalina quando il picco dovrebbe raggiungere il massimo, cioè nelle fasi finali. La trama di “Un ragionevole dubbio” ruota intorno a un’omissione di soccorso, anche se la storia si fa interessante quando lo spettatore si accorge che in realtà c’è dell’altro (un occhio attento lo noterebbe già nella prima sequenza): un misterioso serial killer si aggira per i quartieri di una città, dove fa molto freddo, e dove microcriminali camminano, anzi corrono, indisturbati nella notte. E… una di queste notti il procuratore Mitch Brochden (Dominic Cooper), in preda a una sbornia, investe una persona mentre sta tornando a casa. L’uomo chiama l’autoambulanza ma non aspetta i soccorsi, perché ha bevuto e rischia di perdere il posto di lavoro. La notte stessa però Clinton Davis (Samuel L. Jackson) viene arrestato con l’accusa di omicidio. La persona assassinata è l’uomo investito da Mitch, il quale dovrà occuparsi del caso, trovandosi in una posizione piuttosto scomoda, perché il rimorso di chi sa e non può parlare è troppo forte per un uomo che ha costruito la propria vita sulla carriera. Il rischio è troppo alto per il procuratore distrettuale che non vuole perdere la fiducia della moglie, dalla quale ha avuto anche una bambina. Una vita perfetta, dunque, che potrebbe essere stravolta da una sbronza e da un’omissione di soccorso. La paura di perdere tutto annebbia però la mente di Mitch che solo quando il timore e l’ansia svaniscono comincia veramente a ricostruire la dinamica dell’incidente verificatosi quella notte ed è così che s’insinua nella sua mente un dubbio ragionevole, che dovrà essere risolto. Ma quale sarà la posta in gioco per i personaggi coinvolti?

Trailer: http://youtu.be/s6hyhJ4IZeQ

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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