Stand by me – Ricordo di un’estate: recensione del film

Stand by me – Ricordo di un’estate, facendo leva sull’emozione della nostalgia e su un pizzico di tristezza, data dalla voce fuori campo, racconta le vicende di quattro ragazzini.

Siamo negli anni Ottanta. Gordon (Will Wheaton da ragazzo; Richard Dreyfuss da adulto) legge del decesso del suo caro amico d’infanzia Chris e ripensa all’estate del 1959, quando con Chris (River Phoenix), Teddy (Corey Feldman) e Vern (Jerry O’Connell) si sta preparando al ginnasio. Andiamo così indietro nel tempo. La voce fuori campo descrive i fatti introducendoci nella storia. Un giorno Vern ascolta suo fratello raccontare di un cadavere di un ragazzino scomparso tempo prima dopo essere andato a raccogliere mirtilli. Vern racconta tutto ai suoi amici. I quattro decidono così di trovare il cadavere per dargli una giusta sepoltura e denunciarne il ritrovamento alle autorità.

I ragazzini si mettono in viaggio cominciando una sorta di avventura che li farà superare non solo ostacoli oggettivi ma anche prove soggettive per loro insormontabili, quali la paura, il senso di inadeguatezza, le reciproche miserie quotidiane e la delusione per non essere ascoltati né visti da adulti sempre troppo fuggenti. Questa pellicola si inserisce a pieno titolo nel Cinema di Formazione per adolescenti, soprattutto per i maschi che sono abituati dalla cultura dominante a nascondere le loro emozioni per il timore di essere ritenuti poco virili.

Stand by me – Ricordo di un’estate è un film molto significativo perché pone al centro il sentimento dell’amicizia. Indugiando soprattutto sulle fragilità dei protagonisti, il regista Rob Reiner fa della sfida un’occasione per crescere e per superare i propri limiti nel rispetto dell’altro. I quattro amici, infatti, si sosterranno nel corso della loro avventura che li formerà per la vita rendendoli un po’ più liberi e autonomi. Il film si ispira al racconto di Stephen King, Il corpo, che a sua volta è contenuto nella raccolta Stagioni diverse. La pellicola uscì nel 1986 e fu apprezzata per il messaggio e per la capacità di descrivere la complessità dell’adolescenza in modo semplice. Lo trovi su Netflix. Maria Ianniciello

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