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La forma dell’acqua: recensione del film, trama e trailer

La forma dell’acqua, il nuovo film di Guillermo del Toro, è intriso di quel realismo magico, tipico della Letteratura Sudamericana. La pellicola ci dà, infatti, la sensazione di essere da subito catapultati in una favola che affronta trasversalmente i problemi del mondo contemporaneo. Lo fa con audacia e con una certa semplicità che tocca il cuore dello spettatore in modo del tutto nuovo uscendo dagli schemi.

Ogni cosa ricorda l’acqua (la pioggia che batte sui vetri in una delle sequenze più belle del film, per esempio) collegata all’archetipo del femminile, depauperato delle sue funzioni più importanti.

Eppure la natura si rigenera… si ricrea e l’essere umano più folle (rappresentato da un funzionario americano che ha il volto di Michael Shannon) nulla può contro questa forza misteriosa che guarisce tutto ciò che tocca ma che ferisce a morte il ‘cattivo’ di turno senza alcuna pietà.

La forma dell'acqua film

La forma dell’acqua, il film tra realismo magico e naturalismo fantastico…

Al centro del film, La forma dell’acqua, c’è una ragazza muta che tenta di placare la solitudine con una quotidianità sempre uguale, ripetitiva e grigia. Elisa (Sally Hawkins) è muta, non dalla nascita, ma ci sente benissimo e fa le pulizie con l’amica Zelda (Octavia Spencer) in un laboratorio scientifico dove è stata portata una misteriosa creatura acquatica.

Siamo in America, in Piena Guerra Fredda, nel momento in cui Usa e Urss si contendevano il mondo attraverso una serie di micro conflitti e strategie tensive. Le due grandi potenze, tuttavia, non contente della Terra cercavano di conquistare anche lo spazio. In questo contesto si sviluppa la storia d’amore e di rinascita di del Toro.

Elisa troverà nella creatura – catturata in Centroamerica dove veniva considerata una divinità dagli indigeni – prima un amico, con cui comunicare davvero per la prima volta e che quindi non la giudica per il suo handicap, e poi un amante.

La forma dell'acqua film

La forma dell’acqua è un film che non può lasciarti indifferente perché con i suoi archetipi parla all’umanità di oggi invitandola a riflettere con delicatezza su tematiche quali la volontà insulsa di sottomettere la natura in nome del potere e l’omofobia ma soprattutto ci invita ad avere il coraggio di amare davvero. Di seguito il trailer della pellicola.

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Maria Ianniciello

Giornalista culturale. Podcaster. Scrivo di cultura dal 2008. Mi sono laureata in Lettere (vecchio ordinamento) nel 2005, con il massimo dei voti, presso l'Università di Roma Tor Vergata, discutendo una tesi in Storia contemporanea sulla Guerra del Vietnam vista dalla stampa cattolica italiana. Ho lavorato in redazioni e uffici stampa dell'Irpinia e del Sannio. Nel 2008 ho creato il portale culturaeculture.it, dove tuttora mi occupo di libri, film, serie tv e documentari con uno sguardo attento alle pari opportunità e ai temi sociali. Nel 2010 ho pubblicato un romanzo giovanile (scritto quando avevo 16 anni) sulla guerra del Vietnam dal titolo 'Conflitti'. Amo la Psicologia (disciplina molto importante e utile per una recensionista di romanzi, film e serie tv). Ho studiato presso l'Istituto Riza di Medicina Psicosomatica il linguaggio del corpo mediante la Psicosomatica, diplomandomi nel 2018 in Naturopatia. Amo la natura, gli animali...le piante, la montagna, il mare. Cosa aggiungere? Sono sposata con Carmine e sono mamma del piccolo Emanuele

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