Il Meridione ancora ripetitivo: ripresa che non c’è e sviluppo di là da venire, ripresa e sviluppo che evidentemente non si vuole soprattutto da chi è tutto impegnato a curare il proprio orticello e da chi deve garantire sbocco sicuro alle proprie merci, che per essere prodotte devono anche poter contare sul conveniente mercato del lavoro meridionale.
Europa non è realtà politica ma associazione di interessi, detta appunto Unione Europea e non Europa, ed Italia è insieme di regioni, spesso con voglia di autonomia, e non nazione: particolarismi potrebbero ridurre l’Italia a Meridione di Europa ed il Sud alla buona sorte, in balia del denaro, per cui si è disposti a cambiare religione, politica e nazionalità: già tanto se solidarietà è parola conosciuta in un mondo in cui cinismo ed ipocrisia la fanno da padroni e non mancano beneficenza e volontariato, che nobilitano potenza ed opulenza.
Il Meridione vive la condizione sgradevole creata dalla storia e perpetuata da fattori ambientali, che gli tengono sempre aperta la porta dell’emigrazione.
I Media quotidianamente prestano attenzione ai fenomeni, soffermandosi però soprattutto sui risultati, che sono solitamente poco incoraggianti ed anche poco edificanti: ampio spazio dedicato agli effetti e quasi nessuno alle cause o, forse sarebbe meglio dire, agli autori.
C’è ancora chi cerca apostoli e benefattori tra potenti, che invece lasciano leggere cose per niente entusiasmanti: non si applica “aiutati che Iddio ti aiuta”. Semplice operazione pedagogica e culturale darebbe risultati mai visti: aprire occhi e vie, per vedere, capire ed intraprendere, ai Meridionali, i quali non sognerebbero più il cambiamento, che, pur con l’afflusso di danaro per terremoti, opere pubbliche ed opere assistenziali, si è solo propagandato e mai realizzato.
I popoli vivono secondo quello in cui credono e quello che sanno: i Meridionali intraprendano coralmente la redenzione, ch’altri nega e la natura dia loro il resto, il più di coraggio, intelligenza ed ambiente, ossia conoscenza e voglia di libertà da padroni esterni ed interni e soprattutto dall’ assistenzialismo, che offende intelligenza e capacità di chi sa e può provvedere autonomamente alle proprie necessità.
Nunziante Minichiello