NAPOLI: TRA SOTTERRANEI, RICETTE E ANTICHE LEGGENDE

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Scorcio Napoli sotterranea

Per chi non lo sapesse, al di sotto dei sampietrini che percorrete a Napoli esiste una città sotterranea. I coloni greci iniziarono ad estrarre materiale lapideo necessario ad edificare la città che si trova al di sopra di quella sotterranea: Neapolis, città nuova, localizzata nel quartiere Pendino e le cui mura seguivano il tracciato di via Foria a nord, di via Costantinopoli ad ovest, della strada attigua a Castel Capuano ad est e del mare verso sud. Le cavità nate come cave estrattive furono sfruttate successivamente come acquedotto dagli stessi greci, i quali misero in correlazione le cisterne attraverso una rete di cunicoli che andava a prelevare l’acqua da una sorgente alle falde del monte Somma, nel paese di Volla, da cui prende il nome l’acquedotto Bolla. I romani in età augustea crearono circa 400 Km di cunicoli e cisterne sotterranee che dalla sorgente del Serino, sul monte Terminio, distribuiva l’acqua in tre diramazioni principali: una giungeva fino a Pompei, Ercolano, la seconda fino a Casalnuovo, Acerra e la terza arrivava a Bacoli per riempire la Piscina Mirabilis. Nel 1885 il Regno d’Italia decretò la chiusura definitiva dell’acquedotto di Bolla, poiché l’epidemia di colera ne aveva inquinato le acque,essendo il tufo un materiale permeabile che aveva consentito il trapasso dei liquami infetti nella rete idrica. Da quell’anno al ’42 l’acquedotto divenne una vera e propria discarica abusiva. Nel ’42 poi Napoli necessitava di ricoveri antiaerei e il Genio Civile decise di riaprire le cavità apportando alcune modifiche: costruzione di scale perché prima si accedeva al sottosuolo solo attraverso i pozzi e occlusione di pozzi con la costruzione di pilastri che evitavano l’ingresso nel sottosuolo di bombe. Scendendo nella cavità si possono ammirare le vecchie cisterne dell’acquedotto ed immedesimarsi nelle persone che si rifugiarono lì durante la guerra. Sulle mura sono graffite pagine di storia, nomi di personalità dell’epoca, date, informazioni.

 

LEGGENDE NAPOLETANE

LA LEGGENDA DEL MUNACIELLO

Il "Munaciello"

Ogni abitazione a Napoli poteva attingere acqua dalla cisterna sottostante, attraverso un pozzo al quale aveva accesso il pozzaro, uomini che si muovevano con destrezza camminando lungo stretti cunicoli e arrampicandosi su per i pozzi grazie a fori praticati a distanze regolari. Quando non venivano pagati, si vendicavano facendo dispetti agli abitanti della casa. I pozzari avevano libero accesso a tutte le case napoletane mediante i pozzi e hanno dato origine ad aneddoti e leggende vive ancora oggi nell’immaginario collettivo, il cosiddetto munaciello, spirito benevolo o maligno che si occupava più della padrona di casa che della rete idrica; usavano appunto le vie sotterranee per sparire o apparire sotto un mantello da lavoro che somigliava a quello di un monaco. Si tratta di un personaggio che è temuto dal popolo per i suoi aspetti ma anche amato perché spesso lascia sorprese gradite che risollevano economicamente le famiglie. Amante delle donne, è solito palpare le belle ragazze ed in cambio di questo incontro lascia delle monete. La tradizione narra che il nome fu dato alla fine del Quattrocento ad un fanciullo da corpo esile e dalla testa grande, morto in giovane età e ricordato per la sua vivacità.

 

ORIGINI DEL MUNACIELLO

 Verso il 1445, Catarinella Frezza, figlia di un ricco mercante, si innamorò del giovane Stefano Mariconda. L’amore fu contrastato dal padre di lei tanto che un giorno il ragazzo fu trovato morto nel luogo dove era solito incontrare Catarinella. La  fanciulla si ritirò in convento dove diede alla luce un bambino deforme. Le suore accudirono e per nascondere le deformità gli cucivano vestiti monacali; quando usciva dal convento, il popolo cominciò a chiamarlo munaciello.

 

RICETTE TRADIZIONALI

LA PIZZA MARGHERITA

Per l’impasto:                                Per la copertura:

farina                                              gr 250 di polpa di pomodoro

acqua                                             gr 300 di mozzarella di bufala

lievito                                             basilico

sale q.b.                                        olio extravergine di oliva

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Preparare l’impasto e farlo riposare 1 h. Intanto preparare salsa di pomodoro o pomodori tagliati a fettine. Dividere la pasta in 4 dischi sottili, spalmare abbondantemente di pomodoro e distribuirvi la mozzarella di bufala tagliata a dadini. Mettere la pizza in forno a 200° e fate cuocere la pizza per circa 20’; servirla guarnendola con basilico fresco e aggiungere un filo d’olio extravergine di oliva.

 

SPAGHETTI CON LE NOCI

Ingredienti per 6 persone:

500 gr di spaghetti

Olio di oliva

1 spicchio d’aglio

100 gr di noci sgusciate

1 acciuga prezzemolo

Rosolare nell’olio, in una padella, lo spicchio d’aglio schiacciato e toglierlo dal fuoco non appena diventa dorato. Far cuocere a fuoco moderato le noci per 3-4 minuti facendo attenzione, poiché dopo aver spento la fiamma, il calore dell’olio continua a tostare le noci. A fine cottura aggiungere l’acciuga. Cuocere gli spaghetti al dente, scolarli lasciandoli leggermente umidi e metterli nella padella con la salsa. Saltarli mescolando bene e aggiungendo il prezzemolo tritato.

 

Naike Del Grosso

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