EMOZIONI DI STILE: LE BORSE DI MARIA MAYA

Maria Maya

Sono giorni che mi frulla nella mente una domanda alla quale non riesco a rispondere, qual è la differenza tra Creativo e Artista? A parer mio l’artista è colui che inventa, crea, prova, quella persona che passa le notti insonne per portare la sua ipotesi platonica in una reale tesi pronta al successo. Invece il creativo è colui che cammina con una lampadina sul capo pronta ad accendersi ad ogni ispirazione avuta. Chiudete gli occhi. Immaginate un personaggio, animato. Una ragazza, non molto alta dai capelli scuri non ordinati, occhiali il doppio i suoi occhi, vestita di gusto. Predominava il nero, qualche punta di rosso accostato al bianco, suoi colori preferiti. Viso pulito, non angelico, dipinto un sorriso antipatico capace di conquistare il podio,s e volesse. Ricordate la positività di Pollon? Ecco, credo abbiano copiato da lei quella curiosità di vivere la vita con occhi grandi tanto da riempirli con più cose possibili. Sì, sto parlando di un personaggio strano ma autentico, reale; è vicino a me in questo momento. Lei è Maria Maya. Camminare con Lei è come stare fermi. Ogni passo, ogni pietra, ogni persona o cosa potrebbe essere per lei motivo di ispirazione. Credo ci sia un frullatore di idee nella sua testa. Lei, la associo alla categoria dei creativi. La sua lampadina, quella sera a Torino, splendeva più di un alto lampione.

Stavamo lì, insieme, quando passeggiando sul Corso vedemmo una ragazza magrolina, occhi neri, stanchi, non credo si prendesse molto cura di sé, questo perché l’importanza e l’impegno lo dedicava alle sue figlie, le sue idee, disse. Su un tavolo di legno, molto povero all’apparenza, accanto a lei, brillavano degli oggetti di bigiotteria fatti artigianalmente, giustifica di ciò la mano di quell’artista di strada. Meravigliosa era l’attenzione e la cura di ogni singola collana o bracciale che poggiavano in vendita sul tavolo. Ed è proprio in quel momento che fui accecato dalla luce fastidiosamente brillante del mio manga preferito. La mia amica, mi piace prenderla in giro. Lì, dice, ha avuto l’ispirazione, o meglio la conferma, della possibile lavorazione del materiale di reciclo trasformandolo in un accessorio di moda. Maria Maya, ha 23 anni, diplomata in Industrial Design, allo Ied di Roma, originaria di una piccola frazione della provincia di Avellino, Passo Eclano, nel paese di Mirabella Eclano. Una ragazza non molto semplice di stile e di Modi ha creato queste meravigliose Bag, appunto con un mix di materiali insoliti, o meglio di uso non comune nell’armadio. La forma ispirata è quella della busta Chanel, secondo lei simbolo di eleganza e di modi. Dice: «Lo stile è di molti non di tutti!». Infatti, a parer suo ma condivido, non è un abito Dior, abbinato alle favolose Jimmy choo e una Marni tra le mani che rende elegante una Donna ma è l’atteggiamento di Lei aristocraticamente sfacciato che rende unico il bello oggettivo. Le sue Borse, dai nomi eclettici, volutamente dati, rispecchiano, appunto, le emozioni provate dalla creatrice al termine del lavoro, come ad esempio la Joy. Non hanno un significato ed un target preciso; sono creazioni di tutti e per tutti. A prodotto finito la borsa appare un gioiellino pronto a far brillare di luce propria la portatrice, senza dare peso all’origine grezza dei materiali. P.v.c., a scopo di rivestimento per i pavimenti, modellato, curato e rifinito da bulloni, comprati in ferramenta. E così quel materiale Grezzo generalmente usato dai falegnami e dai muratori, grazie alla fantastica inventiva di Maria si trovano in mano a donne, ragazze e perché no ragazzi, che li sfoggiano per la loro diversa praticità ma soprattutto Unicità. BRAVA MARIA. Crico

 

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