GLI SCANDALI DI ROMA E IL GIORNALISMO IN STILE NOIR

Un romanzo in stile Noir. Un fatto più unico che raro in Italia, considerato che l’abitudine di raccontare le vicende e gli intrighi che accadono dentro le grandi metropoli appartiene più agli scrittori americani. Noi però non abbiamo mai perso l’abitudine di imitare i nostri storici e amici statunitensi e, anche in questo caso, ci siamo ben riusciti. Il giorno della Civetta di Leonardo Sciascia e il Pasticciaccio di Carlo Emilio Gadda sono i primi due esempi di opere, in stile Noir, che iniziano a farsi conoscere anche nel nostro paese.

Oggi gli scrittori, gli interpreti e i cultori di questo genere li possiamo individuare nelle figure di Loriano Macchiavelli, scrittore originario di Vergato che nelle sue opere si è voluto molto soffermare sulla vita, le particolarità e i misteri che ruotano attorno alla città di Bologna, Marco Vichi, una vita da scrittore e anni di racconti, opere tutte dedicate a Firenze, Massimo Siviero che non ha mai perso l’occasione di tramandare, attraverso i suoi scritti, tutto ciò che accade nella città di Napoli, Paolo Roversi, scrittore appassionato della realtà metropolitana milanese e Gianluca Arrighi per Roma.

Il noto magistrato, Giancarlo De Cataldo, con il suo Romanzo Criminale ha voluto raccontare tutta la storia, dall’inizio fino agli ultimi atti della sua attività, della Banda della Magliana, trasmettendo un messaggio forte e chiaro ovvero che la storia, la vita, gli intrighi, i misteri e tutto ciò che è tinto di giallo e riguarda la città di Roma, può essere benissimo raccontato con stile Noir. Messaggio e insegnamento che ha captato molto bene anche Simone Luciani, romano, classe 1981, giornalista professionista. Luciani ha lavorato molto in svariate testate giornalistiche e in un’agenzia di stampa radiofonica. Oggi scrive di calcio, parlando della sua Roma, nella rubrica che lui personalmente gestisce e dirige sul Corriere Romano, quotidiano on-line locale, fondato e diretto dal giornalista e reporter di Roma Uno, Filippo Bellantoni. Quando abbandona i panni di giornalista sportivo, Simone Luciani dedica il resto del suo tempo ai libri e alla scrittura. Appassionato di politica e affascinato da tutto ciò che circonda l’ambiente politico, questo giovane 31enne ha deciso di scrivere e raccontare la Roma degli scandali, dei palazzinari e un certo tipo di giornalismo, quello delle notizie false, delle notizie artefatte, con un romanzo dal titolo unico e inedito, Il Cane Bastardo.

La figura del Cane Bastardo non è altro che rivestita da un giovane redattore, Davide Angeloni, giornalista e dipendente di un quotidiano dedito al gossip, alle notizie scandalistiche e che soprattutto tende a prendere di mira fatti, misteri e notizie intriganti del mondo politico, notizie a volte vere, molto spesso false pur di far crescere economicamente il suo quotidiano. Tutto ciò avviene per la volontà di un editore, il suo editore, un uomo nato, cresciuto e vissuto in mezzo al cemento, un costruttore che un bel giorno ha deciso d’investire nell’editoria e di mescolarsi con l’ambiente politico, un ambiente che al giorno d’oggi è spesso criticato e messo in discussione.

Nella storia di Luciani, un romanzo nato dalla pura fantasia, dall’ingegno dello scrittore romano e fatta di personaggi inventati, viene raccontata una Roma particolare, una città dove per molti anni i palazzinari e la politica si sono divisi il potere e spesso i palazzinari hanno contato molto di più dei politici. Angeloni non è un giornalista ambizioso, un redattore desideroso di fare carriera; a lui personalmente interessa solo vivere di scandali, permettere al suo quotidiano di vendere più copie possibili e di arrivare a fine mese con uno stipendio che gli permetta di vivere insieme ai suoi classici e inseparabili vizi, le belle donne e il sesso. A Roma si tengono le elezioni amministrative e un candidato sindaco, appartenente allo schieramento di sinistra, minaccia di far chiudere la società editoriale dalla quale dipende il giornale di Davide Angeloni. Angeloni non ha alcuna intenzione di farsi mettere i piedi in testa, di scendere a compromessi e, su ordine del suo editore, è chiamato a una dura impresa, screditare il nemico-politico, rubare voti a favore dell’avversario e salvare giornale, lavoro e stipendio.

Una vera macchina del fango che Simone Luciani racconta molto bene, disegnando anche un tipo d’informazione che purtroppo anche la realtà odierna in cui viviamo, alcune volte e specie negli ultimi dieci anni, ha presentato agli occhi dei lettori e dei spettatori televisivi. Non è un caso, ma spesso si sente parlare di un’informazione italiana in crisi, poco trasparente e imparziale, principi elencanti nel codice deontologico che disciplina la professione del giornalista. Tutto questo è il Cane Bastardo, un Noir con la N maiuscola che racconta e spiega come si intreccino il mondo politico e certi giochi di potere, arrivando anche a infastidire chi vuole informare, difendendo la libertà d’espressione. Non sempre l’informazione è vittima, anzi quest’ultima cambia, si trasforma e diventa una cattiva informazione, quella cinica, spietata, capace di rovinare anche il più potente, riuscendo ad essere più forte di tutto e tutti.

Marco Chinicò

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