Libri: recensioni & interviste

Braccialetti rossi: il libro di Espinosa, la recensione

Braccialetti RossiUn libro come “Braccialetti rossi” di Albert Espinosa ti dà diverse lezioni, una su tutte è che per apprezzare la vita devi imparare a simpatizzare con la morte, a stimarla quasi, perché se non pensi mai alla morte, non riuscirai mai a conoscere e comprendere il significato profondo della tua esistenza, vissuta nella perenne preoccupazione della perdita, spesso immaginata e temuta tanto da non farci assaporare il presente, attimo per attimo, momento per momento. Perdere. Espinosa sa cosa vuol dire. Lui che ha perso un polmone e una gamba. Lui che oggi ha creato un ponte tra l’adolescenza – quando gli è stato diagnosticato il cancro – e l’età adulta. Nel libro, edito in Italia da Salani editori con Rai Eri, l’autore descrive un mondo in giallo, dove i sogni si possono realizzare solo se ci credi veramente, con tutto te stesso. La prosa è semplice, diretta, a tratti divertente, senza troppi giri di parole. Il rapporto tra l’autore e il lettore si fa viscerale, carnale… mano a mano che si procede con la lettura. Si tratta di un libro intenso, che ha ispirato la fortunata fiction di Rai 1. L’ingegnere scrittore ci consegna un testo fatto di scoperte quotidiane, che, traendo spunto dalla poesia “Autobiografia” di Gabriel Celaya, è suddiviso in quattro fasi: Per cominciare, Per continuare, Per vivere, E riposare. In ogni parte Espinosa, con l’entusiasmo di un quattordicenne e la saggezza del trentenne, ci svela le sue ventitré scoperte conducendoci nell’universo dei gialli. Chi sono? Non spetta a me dirvelo, vi rovinerei il gusto della scoperta, nel corso della quale proverete quelle emozioni che solo un viaggio iniziatico può donarvi. Perché la bellezza di queste pagine sta nella semplicità con cui è affrontato un argomento importante come la malattia. “Braccialetti rossi” è… come un treno che ti conduce al capolinea; è un’esperienza meravigliosa proprio come la vita che comincia con la nascita, quando ci danno il nome che ci codifica e ci identifica per sempre. “Ti mettono un nome e via. Vedetevela con la vita. Magari si potesse farne a meno di un nome”. 

Maria Ianniciello

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Maria Ianniciello

Mi chiamo Maria Ianniciello. Il mio nome intero è però Ianniciello Maria Carmela ma per comodità mi firmo solo Maria. Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti della Campania dal 2007, nell’elenco dei Pubblicisti. Laureata in Lettere (vecchio ordinamento) con il massimo dei voti presso l’Università di Roma Tor Vergata, ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia carriera allo studio dei nuovi e dei ‘vecchi’ Media. Nel 2008 ho fondato questo portale dove tuttora mi occupo di analisi del linguaggio cinematografico, televisivo ed editoriale (saggi, libri per bambini e romanzi). Ho lavorato per testate giornalistiche dell’Irpinia e del Sannio, curando anche uffici stampa. Nel 2018 mi sono diplomata in Naturopatia a indirizzo psicosomatico presso l’Istituto Riza di Medicina Psicosomatica di Milano, diretto dal professor Raffaele Morelli. Ho conseguito poi il Master in Lettura del Corpo mediante la Psicosomatica nel 2019 con la dottoressa Maria Montalto. La conoscenza della Psicologia (disciplina a cui sto dedicando gran parte delle mie ricerche) mi permette di esaminare i nuovi e i vecchi Media con un approccio integrato e molto innovativo.

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